Lamentarsi non è una strategia

Da così a così (per il momento)

Non mi dilungo nel dire quanto sia difficile questo periodo, che dura quasi da un anno ormai.Voglio soffermarmi su altri aspetti, cioè su cosa in questo periodo mi sta aiutando a guardare le cose diversamente, ad accettare questa situazione e a trovare nuove soluzioni.

Ecco credo sia questa frase, sentita da una mia cara amica, ad avermi dato una scossa durante l'estate. Quando le cose cambiano, non possiamo pretendere di utilizzare sempre gli stessi strumenti per farcela. 

Provo a spiegarmi meglio.

Quando c'è stata la prima chiusura, tutti eravamo spaesati, io per prima e mi sono adeguata alla chiusura dello studio, perchè non mi sembrava ci fossero alternative possibili. 

Dopo qualche settimana ho preso in considerazione l'idea di fare lezione online, affrontando le problematiche (che ora a ripensarci mi hanno sorridere) annesse e iniziando una nuova strada in attesa di tornare alla normalità, perchè in fondo pensavo si sarebbe tornati alla normalità.

Potremmo aprire un capitolo su che cos'è la normalità, ma non è questo il punto.

Abbiamo trovato una nuova normalità, con cui abbiamo iniziato a fare amicizia per tornare ad una vita che assomigliasse a quella di prima. 

Il punto è che abbiamo necessità di adattarci a questa nuova realtà, perchè rifiutarla farà del male solo a noi stessi.

Una lettura mi ha aiutato molto, ed è stato il libro 'L'era del cuore' in cui l'autore parla di tre zone d'azione (ne ho parlato anche di recente in un mio post): 

  1. La prima che è completamente in mano nostra e possiamo decidere come reagire e come comportarci
  2. La seconda è la zona delle relazioni, dove contribuiamo ma la responsabilità non è completamente nostra 
  3. La terza è fuori dal nostro controllo (un incidente che ci fa fare tardi, una pandemia...)

Noi siamo soliti voler agire dove non possiamo, cioè nella terza zona e non ci preoccupiamo invece dove possiamo fare qualcosa, nella prima soprattutto e nella seconda.

Qui mi riallaccio al titolo dell'articolo e al bisogno di creare risposte diverse ad una realtà diversa: lamentarsi non è una strategia, a meno che non sia funzionale  alla creazione di nuove soluzioni, MA non sono certa sia così. Quindi finita una fase di sconforto e di lamentela è bene guardare i fatti da un altro punto di vista e trovare una nuova soluzione. Del resto anche Einstein diceva "Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose". 

Le cose stanno cambiando, questo è inevitabile e non dipende da noi (la pandemia), ma dipende da noi come decidiamo di agire e reagire a questo (arrabbiarci o avere un atteggiamento il più possibile costruttiv?). Io non sono una maga in questo, ma sto lavorando molto su di me per cercare di stare bene, per me stessa (e si anche per sopravvivere ai DPCM di Conte   ) e per chi mi sta intorno.

 Che cosa faccio? 

Leggo, studio, seguo percorsi di crescita personale (niente di stravagante che sia chiaro), medito, ho scoperto lo Yoga e la mindfulness.

L'ultima lettura che mi ha lasciato il segno è stato questo post che ho letto ieri: 

Io sono giunta alla (mia) conclusione, e cioè senza la spinta delle necessità del 2020 non avrei:

- lasciato tante cose

- fatto scelte difficili ma necessarie 

- appreso nuove competenze 

- scoperto che c'è un altro modo di lavorare 

- trovato del tempo per me 

- mai messo in discussione alcuni miei punti fermi

- avuto crisi profonde che mi hanno distrutto (almeno due volte in sei mesi)

- realizzato che forse non tutto il male (non parlo del male che la pandemia ha portato, su cui non discuto per niente) vien per nuocere. E che forse la vita di prima, dove ero sempre di corsa e non avevo mai tempo per niente e per nessuno non è la vita che voglio davvero. Non mi piacciono gli orari fissi, e mi piace che ogni giorno sia diverso dall'altro, un po' flexibility insomma   .

- ripreso in mano il mio piccolo blog, dove pensavo di scrivere solo di ginnastica e corpo, e invece mi trovo a scrivere di me e di quello che è successo e di come mi sento, perchè dietro a ValePostura (e Studio Olistico prima) ci sono sempre io, che prima di tutto sono una persona con diverse debolezze e qualche punto di forza, tra cui la curiosità e la resilienza (che ho giusto appena scoperto) e come direbbe Jacopo, sono un umano  .

Le consapevolezze che ho raggiunto in questi mesi, sono sempre state lì, solo che non le vedevo. E sono appena all'inizio. 

Tipo, mai avrei detto che avrei fatto una verticale (anche se con dei supporti) fino a qualche settimana fa, e adesso tutti i giorni mi metto a testa in giù per qualche momento. Sembrerà banale, ma per me è un gran traguardo. 

Chiudo con alcune letture e profili che mi hanno aiutato, perchè come sai le parole si accompagnano a fatti, altrimenti bla bla bla bla bla non porta a niente.

A me hanno aiutato e sono piaciuti:

  Luca Mazzucchelli con Fattore 1 % e L'era del Cuore (Canale telegram; Facebook e Instagram)

  Lucia Giovannini (Canale telegram; Facebook e Instagram) e libri a volontà

  Miracle Morning di Hal Erold

  Podcast 'unmillimetroalgiorno' di 'Il corpo e la mente' di Silvia Pasqualini (instagram e Facebook)

  Podcast, meditazioni, riflessioni, libri e tanto altro di Paola Maugeri


Qui c'è solo una piccola parte, ma mi sembra un buon inizio, e se sei già pronto a dire 

'Si, ma io non ho tempo.....' 

sappi che il tempo si crea, e questo dipende solo ed esclusivamente da te

(prima zona d'azione   )

Se avessi un'urgenza o una visita medica improvvisa, il tempo lo troveresti no? E allora perchè non trovarlo ORA per te? In fondo parliamo di pochi minuti al giorno che avranno però un enorme risvolto ..

Da dove inizi?





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