Non tutti i mal di schiena sono uguali

Un'ernia non è una protusione. Una sciatica non è necessariamente un'ernia.

Oggi parliamo di:

  • protrusioni
  • ernie
  • dolore 

Semplificare argomenti così complessi non è facile, MA ci provo, perchè per me è molto importante avere chiaro come siamo fatti e che cosa succede per essere consapevoli, in caso di episodio acuto, ma soprattutto per lavorare sulla prevenzione il più possibile.

Partiamo dal quotidiano, perchè speriamo sempre che non ci succeda mai di avere un'ernia, ma se riflettessimo su tutti i movimenti quotidiani che facciamo, li facciamo veramente bene o molto velocemente e rischiando di farci male?

Ti faccio qualche esempio, perchè non sto parlando di allenamenti in palestra o altro, ma sto parlando dei movimenti che facciamo ogni giorno, per la maggiorn parte in flessione, chissà quante volte:

  • allacciarsi le scarpe
  • fare il letto
  • stare seduti su una sedia troppo bassa
  • fare ginnastica in modo scorretto 
  • rilassarsi su un divano non comodo
  • caricare la lavastoviglie
  • stirare
  • portare la borsa/zaino
  • portare le borse della spesa
  • ....

Se tali posizioni si assumono per poco, chiaramente problemi non ci sono; ma insorgono quando quando sono prolungati per molto tempo e possono scatenare una lombalgia.

Non solo se sono prolungati per tempo, ma anche se sono fatti velocemente (di scatto) e con carichi pesanti. E' chiaro che non si può generalizzare in maniera assoluta, perchè se a fare tutti questi movimenti, anche se non 'perfetti, c'è una persona con un buon tono muscolare e in forza il rischio è meno elevato, ma comunque non escluso.

I movimenti più frequenti con il quale esce un'ernia sono: 

  • starnutire
  • mettersi le calze / calzini in equilibrio 
  • fare il letto

Specifico che non sono questi movimenti in assoluto a generare la fuoriuscita, ma sono la goccia che fanno traboccare il vaso, ossia l'ernia era pronta, sul punto di uscire, aspettava solo il via definitivo. 

IL DOLORE 

Il dolore è un messaggio intelligente del corpo, un segnale d’allarme della nostra colonna che cerca di farci capire il suo maltrattamento e il bisogno di cambiare posizione.


Ti racconto questa mia esperienza:

Spesso mi succedeva in palestra che delle mie allieve prendessero una tachipirina (per dirne una) prima di venire a fare ginnastica altrimenti non sarebbero riuscite a fare lezione.

Ero molto lusingata da questa cosa, perchè piuttosto che perdere una lezione erano disposte a molto pur di venire, ma purtroppo non andava bene così..

Il dolore è un segnale molto chiaro del corpo che ci avvisa che qualcosa non sta bene, e silenziarlo con un farmaco per ignorarlo e continuare a sovraccaricare quella zona dolente, non è la scelta migliore perchè al dolore 'originario' si sommerà altro dolore perchè i movimenti che andremo a fare su quella zona che non ci fa male momentaneamente si sommeranno al primo dolore e il risultato non sarà piacevole.

La mia indicazione era, ed è tuttora, il riposo e ascoltare il dolore non silenziarlo. 


Il dolore è una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata ad un danno tissutale reale o potenziale.

Il dolore è un’esperienza olistica, altamente personale, che investe numerosi sistemi, dai tessuti periferici,al sistema nervoso,agli aspetti emotivi e cognitivi, ai processi di apprendimento e memorizzazione.


Il dolore si distingue in :

  • dolore acuto: durata inferiore alle 4 settimane (0-4 settimane) 
  • dolore subacuto: dura dalle 4 settimane ma non oltre i 3 mesi (1- 3 mesi)
  • dolore cronico: quando i sintomi perdurano oltre i 3 mesi
  • dolore ricorrente: condizione clinica caratterizzata da episodi di dolore acuto di durata inferiore alle 4 settimane , che si ripetono dopo un periodo di benessere.


Il dolore cronico differisce nel tipo, non nel grado, dal dolore acuto, e non mantiene il suo status tradizionale di sintomo ma si presenta ad una condizione di vera e propria malattia autonoma.

Il dolore acuto è frequentemente prodotto da una lesione o da un danno anatomo-patologico ai tessuti del corpo e all’attivazione dei recettori del dolore. Generalmente il dolore acuta dura per un periodo breve e si risolve quando passa il danno anatomo- patologico. 


Il dolore cronico, come il dolore acuto, può essere generato da una lesione o da un trauma o danno tessutale, si prolunga più nel tempo però può essere influenzato da fattori emotivi, affettivi, ambientali che hanno un peso maggiore in caso di dolore cronico. 


DOLORE ACUTO

esperienza sgradevole

intensità variabile 

durata limitata

Il dolore acuto ha un alto valore di salvaguardia: è una visione utile del dolore. 

Porta a reazione di allontanamento , evitamento , e di prevenzione di situazioni nocive.


DOLORE CRONICO

Perde la funzione protettiva e biologica 

ed acquista valore di malattia diventando autonomo e nocivo.



Il Dolore Cronico può diventare di gran lunga peggiore di quello del danno originario e spesso tende a perseverare anche dopo l’estinzione dell’origine primaria che l’ha procurato. Questo tipo di dolore aumenta il rischio di depressione e viceversa . 



PROTUSIONI | ERNIE

In un soggetto sano la colonna vertebrale, ma soprattutto il disco intervertebrale sono intatti (se non sai di cosa sta parlando nell'articolo precedente trovi la descrizione anatomica) e il nucleo discale, dopo essere andato indietro nel movimento di flessione, si riposiziona in avanti raddrizzando il corpo. Quindi tutto nella norma, ma:


posture ripetute in flessione 

ripetizione esasperata di movimenti in flessione

possono provocare usura precoce dei dischi.

Che cosa vuol dire?

Quando le fibre sono degenerate le continue o brusche sollecitazioni che spingono indietro il nucleo fiscale possono impedire il suo posizionamento in avanti, determinano uno spostamento persistente del nucleo che può essere: 

  • una sporgenza = protusione
  • una vera e propria estrusione = ernia

La protrusione e l’ernia discale possono crearsi in qualsiasi zona della colonna vertebrale, ma le zone più comunemente colpite sono la regione lombosacrale e la cerniera cervicodorsale. A seconda delle strutture anatomiche irritate, si possono avere tipi di disturbi e sintomi più o meno gravi e in diverse parti del corpo.


La protrusione discale è caratterizzata dal solo coinvolgimento della parte esterna del disco, l’anulus fibroso, il materiale discale resta contenuto dall'anello fibroso intatto. 

L’ernia del disco si presenta quando il materiale discale non è più contenuto dall'anello fibroso e si ha una vera e propria espulsione nel canale vertebrale o nei fori intervertbrali e può irritare i nervi limitrofi. Non tutte le ernie sono uguali e in base alla localizzazione del materiale fuoriuscito si può definire:ernia contenuta, ernia non contenuta, ernia migrata.


Eventi di questo tipo si verificano più frequentemente tra L4-L5 e L5-S1 (zona lombare), perché questi ultimi due dischi sono soggetti ad usura perché sopportano il peso del corpo, si trovano nella cerniera lombosacrale dove la parte più mobile della colonna si unisce a quella più rigida (l’osso sacro). 


Le vertebre lombari sono 5 sono nominate con L (lombare) e il numero della loro posizione.

Lombalgia

dolore sacro-iliaco

squilibrio -posturale

rigidità  

scoliosi antalgica 

non segni specifici di ernia del disco, 

ma sintomi comuni ad una vasta gamma di quadri clinici 

del rachide.

Il dolore da ernia del disco è il dolore di tipo radicolare (cioè interessa la radice nervosa) e ha caratteristiche precise: 

  1. E' localizzato con una certa precisione nel territorio corrispondente alla radice interessata, o in alcuni segmenti di esso. il dolore radicolare ha una caratteristica di estensione lineare, tipo di una banda continua che si può estendere dal limite lombosacrale fino alla periferia dell’arto inferiore, oppure può essere circoscritto in una o più aree della banda.
  2. La qualità del dolore radicolare è così specifica che difficilmente si confonde con un altro tipo di dolore dell’arto inferiore.
  3. Il dolore è generalmente acuto, intenso e di qualità ‘elettrica’. Il dolore più frequentemente associato all’ernia del disco lombosacrale è quello  di tipo penetrante e trafittivo; seguito da quello di tipo crampiforme e pulsante. 

Ti prego di portare molta attenzione a queste parole: 

Non tutto il dolore dell’arto inferiore è sciatico e non tutto il dolore sciatico è radicolare.


Apriremo una parentesi sul nervo sciatico, ma oggi ti racconto i dettagli dell'ernia. 

L’ernia del disco deve soddisfare determinati criteri : 

  • dolore a distribuzione radicolare
  • deficit sensomotori
  • segni di tensionamento radicolare (tipo lasegue)
  • diagnostica strumentale positiva e congrua con la sintomatologia dolorosa e neurologica. 


Considerare sinonimi ernia del disco e sciatalgia è un errore concettuale, 

perché l'origine della sciatalgia è multifattoriale e l’ernia del disco è solo una delle possibili cause. 

L’ernia del disco sembra essere associata a fenomeni di degenerazione del disco; questa degenerazione comporta modificazioni morfo-strutturali , biomeccaniche e funzionali del disco che non lo rendono più funzionale al 100%.

A livello biomeccanico e funzionale, il disco degenerato è caratterizzato da una ridotta elasticità, se sottoposto a un carico costante si deforma maggiormente e più velocemente rispetto ad un disco sano. quando ci sono alterazioni degenerative, la capacità del disco di tornare alla sua posizione originaria è più lenta . 

Quindi la degenerazione del disco comporta un’alterata mobilità e alterata stabilità del segmento vertebrale.

So che sembrano parole molto tecniche e non così utili come sembrano, ma riconoscere il tipo di dolore che abbiamo, le sue caratteristiche e più informazioni possibili è veramente utile per noi e per il medico che si seguirà. Non spetta a noi fare diagnosi e capire cos'è successo se abbiamo dolore, ma sapere come siamo fatti e come possiamo fare prevenzione è molto importante!

A proposito, come facciamo prevenzione?

- esercizi di educazione posturale 

- esercizi di educazione respiratoria 

- esercizi di stretching, mobilizzazione e tonificazione

- ergonomia dei movimenti = scegliere come distribuire i carichi (esempio le borse della spesa), non fare movimenti veloci e con carichi in flessione, estensione e torsione. 

- lavorare su fattori di rischio: curare il movimento, l'alimentazione..


A che punto sei?

Stai lavorando su questi aspetti?



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