Molte donne sognano giornate di 48 ore, ma basterebbe davvero? Forse no: il segreto non è più tempo, ma imparare a mettersi al primo posto.
La giornata tipo di una donna multipotenziale (e non solo)
La sveglia suona presto, troppo presto.
Colazione veloce, un’occhiata di corsa ai messaggi arrivati durante la notte e via, a preparare i figli per la scuola.
Poi il tragitto in macchina con loro, il traffico, i pensieri già rivolti a quella riunione in ufficio che ti aspetta.
Arrivi al lavoro, ti immergi tra mail, scadenze, telefonate e nel frattempo cerchi di ricordarti se hai comprato il latte o se devi passare al supermercato al ritorno.
All’uscita, spesa rapida. Torni a casa, sistema di due cose, pieghi una lavatrice rimasta sul divano. Poi via di corsa a riprendere i figli, portarli agli allenamenti, salutare le altre mamme sugli spalti.
Rientro, cena da preparare, compiti da controllare, discussioni da mediare.
Appena un attimo per respirare, che già è ora di riprendere i ragazzi e rientrare ancora.
La sera, invece di buttarti sul divano, ti ritrovi a stirare camicie, mentre marito e figli ti chiedono dove sono le loro cose. Una doccia veloce, qualche scroll sui social, e finalmente nanna.
E poi di nuovo.
E di nuovo.
E di nuovo.
Il weekend non è diverso: partite dei figli, pulizie, feste di compleanno, visita ai nonni. Il tempo vola e in un attimo è lunedì.
“Vorrei giornate di 48 ore”
Quante volte ti sei detta questa frase?
L’idea sembra logica: se avessimo più ore, potremmo fare tutto con calma, inserire un po’ di tempo per noi, sentirci finalmente in equilibrio.
Ma siamo sicure che funzionerebbe davvero?
La verità è che molto probabilmente, se le giornate durassero 48 ore, non le useremmo per riposarci o per coltivare i nostri interessi.
Le riempiremmo di nuovi impegni. Di altre cose da fare per gli altri. Di nuove incombenze.
Perché il nodo non è il tempo.
Il nodo è la priorità che diamo a noi stesse.
Non è solo mancanza di tempo
Dietro la frenesia quotidiana non c’è solo l’agenda troppo piena.
Ci sono radici più profonde: il senso di dover essere sempre disponibili, l’idea che il nostro valore dipenda da quanto riusciamo a fare per gli altri, la convinzione che il tempo per sé sia un lusso da conquistare “quando avanza”.
Il metodo di gestione del tempo aiuta, certo: agenda, to-do list, blocchi orari possono rendere la vita più organizzata.
Ma da soli non bastano.
Perché puoi anche organizzare alla perfezione la tua giornata… se però ti metti sempre in fondo alla lista, l’equilibrio non arriverà mai.
Il vero cambio di paradigma
Il passo più grande è ribaltare il paradigma:
non sei tu a dover “avanzare” tempo tra un impegno e l’altro.
Sei tu a dover occupare uno spazio preciso nella tua agenda, ogni giorno.
Anche solo dieci minuti.
Per leggere, per respirare, per fare una camminata, per stare in silenzio.
È una piccola rivoluzione, lo so. Anch’io per anni pensavo fosse impossibile. Poi, con formazione, introspezione e tanti tentativi, ho capito che funziona davvero.
Non sono giornate di 48 ore a fare la differenza.
È la scelta consapevole di dare valore al tuo tempo, al tuo benessere e alle tue energie.
Tempo per sé: da dove cominciare
Ecco qualche idea semplice e concreta per iniziare:
Metti un “appuntamento con te” in agenda. Come fosse una riunione di lavoro: non si rimanda.
Pratica la sottrazione. Ogni settimana elimina un impegno non essenziale.
Ascolta il corpo. Se sei esausta, non serve una nuova lista: serve riposo.
Coltiva un micro-rituale. Una tazza di tè, un libro, un quaderno di riflessioni. Bastano 10 minuti per cambiare la percezione della giornata.
👉 Ne parlo anche nel mio articolo Felice di essere multipotenziale, dove spiego perché riconoscere questa caratteristica è il primo passo per imparare a gestirsi meglio.
Una prospettiva diversa sul tempo
Gli studi parlano di time affluence, ovvero la percezione del tempo come risorsa abbondante.
Non si tratta di avere più ore, ma di cambiare il nostro rapporto con esse.
Se ti interessa approfondire, ti consiglio questo articolo in inglese della Harvard Business Review: “Why You Feel So Busy (and What to Do About It)”.
Conclusione
Le giornate di 48 ore non ci servono.
Ci serve imparare a metterci al primo posto almeno per qualche minuto al giorno.
È questo il vero atto rivoluzionario.
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