Tutte le strade portano al digital

Internet, soprattutto attraverso contenuti audio/video, si guadagna sempre più attenzione e tempo degli utenti, aggiudicandosi la seconda posizione dopo la TV sul podio degli investimenti in pubblicità.

Quali sono gli effetti di Internet sulla TV? E come sarà la TV del futuro? Questi sono i quesiti sui quali ci spinge a riflettere Luca Marinaro. Se è vero,infatti, che la TV raccoglie ancora una buona quota di consumo mediatico, è altrettanto vero che non può permettersi di "sedersi sugli allori": Internet, soprattutto attraverso contenuti audio/video, si guadagna sempre più attenzione e tempo degli utenti, aggiudicandosi, a discapito del mezzo stampa, la seconda posizione dopo la TV sul podio degli investimenti in pubblicità.

In particolare, nell'ambito degli investimenti sul digital, quelli più performanti risultano i social, primo tra tutti Facebook, che si configura come player pubblicitario importante per una reach sempre più ampia e variegata.

Dall'altra parte, la tv assiste a uno scenario sempre più complesso e dinamico: calano i contatti netti e il consumo della tv lineare a favore della OTTV (TV Over the Top), vale a dire piattaforme quali Netflix, Infinity, Sky Go e simili, che si fanno largo gradualmente nella fruizione di TV on demand, permettendo una maggiore targetizzazione dell'audience e quindi una pubblicità più mirata. Dal lato dell'audience si assiste invece al fenomeno dell'ascolto sovrapposto: la percentuale di utenti internet che dichiarano di navigare mentre guardano la TV è elevata (40%), e si riferisce soprattutto a una penetrazione da mobile. In Italia la pratica della social TV coinvolge 6.8 milioni di persone, dando vita a una sorta di integrazione tra TV e Internet: i programmi televisivi, specialmente quelli di intrattenimento, entrano a far parte del mondo dei social attraverso i commenti degli utenti- telespettatori.

È evidente quindi che la TV non può più sottrarsi a questo fenomeno di trasformazione. Ma in che modo si evolverà? I massimi esponenti di Apple e Netflix ne hanno una visione condivisa: secondo Tim Cook la TV diventerà una app, completamente interattiva e interconnessa, e munita di comando vocale. Reed Hastings, CEO di Netflix, ritiene addirittura che si presenterà come un grande Ipad in cui i canali saranno rimpiazzati dalle applicazioni e ognuno potrà scegliere di vedere ciò che vuole, quando vuole. Sulla base dello scenario attuale, come si può dar loro torto?

Tale possibilità però comporta un ulteriore problema: come affrontare il fenomeno dell'installazione sempre più diffusa di sistemi di AD Blocking per evitare la pubblicità? Se la TV diventerà un'app, infatti, questo meccanismo di "difesa" per il consumatore comporterà problemi sempre più gravi per il mercato pubblicitario. Le soluzioni per gli advertiser però esistono e hanno un nome: Programmatic Advertising per un targeting puntuale e Native Advertising per una comunicazione non intrusiva in grado di coinvolgere i consumatori e generare brand awareness.

Largo, dunque, al cambiamento!

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