Le sfide della mobile transformation. Cosa faresti se non avessi paura?

L'avvento del mobile ha apportato notevoli cambiamenti, non solo nel nostro modo di comunicare, ma anche in tanti altri aspetti delle nostre vite. Primo fra tutti: l'accesso alle informazioni.

  • Autore: Ida Maggi
  • 27.04.2016
  • tempo di lettura: 03:14

L'avvento del mobile ha apportato notevoli cambiamenti, non solo nel nostro modo di comunicare, ma anche in tanti altri aspetti delle nostre vite. Primo fra tutti: l'accesso alle informazioni. Internet è un grande contenitore, un'enorme biblioteca in cui sono catalogati tutti i contenuti, a cui è possibile accedere con un semplice "click" o "touch". Anche il modo in cui i contenuti vengono consumati è cambiato. È stato stimato che consumiamo più contenuto del tempo che abbiamo a disposizione. Questo "sovra-consumo" è dato dalla possibilità di accedere ai contenuti da più device contemporaneamente. Chi di noi non è caduto vittima del fenomeno del dual screening?

Guardiamo lo schermo del computer o della televisione, mentre utilizziamo il cellulare.

Del resto,ci piace considerarci soggetti "multitasking". Un simile fenomeno è riscontrabile a livello globale: la metà della popolazione mondiale ha accesso alla telefonia e, ogni giorno, 600.000 persone in più accedono alla rete mobile. In questo scenario, big player come Facebook si impegnano costantemente nel tentativo di agevolare l'accesso ai contenuti e rendere piacevole l'esperienza di ricerca e consumo di questi ultimi. In che modo? Attraverso i complessi algoritmi che consentono di mettere a disposizione di ogni persona, un contenuto personalizzato. La personalizzazione è un altro fenomeno tipicamente legato al mobile. È infatti cambiato il modo in cui facciamo una foto, ordiniamo una pizza o prenotiamo un taxi. In sostanza, a dominare lo scenario odierno è un epocale cambiamento nel modo di accedere alle informazioni. Sylvain Querné, Head of Marketing Southern Europe di Facebook ci parla, in particolar modo, di tre cambiamenti di paradigma. Primo: il passaggio dal desktop al mobile nelle modalità di fruizione di Internet. Anche le aziende più tradizionali hanno visto il traffico da mobile superare quello da desktop. Di conseguenza Facebook ha ottimizzato il passaggio da desktop a mobile, semplificando l'interfaccia e riducendo lo spazio occupato dai contenuti (nella App mobile la pubblicità viene presentata come qualsiasi altro contenuto organico).

Il secondo cambiamento ha riguardato il passaggio dalla ricerca alla scoperta del contenuto. Se la ricerca implica di essere già consapevoli di un dato bisogno, nel caso della scoperta è il contenuto stesso a trovarci. Il terzo e ultimo mutamento ha riguardato il passaggio dal testo alle immagini. Il nostro cervello è sicuramente una macchina fantastica, che ci permette di imparare a leggere e ad analizzare un testo. Tuttavia, la lettura richiede molto più tempo di quello impiegato per guardare un'immagine. È scientificamente provato che, se guardiamo un'immagine per 13 millisecondi ce la ricordiamo. Con la lettura di un testo, questo non accade. Per questo motivo, afferma Querné, Facebook è passato da piattaforma tutto testo a piattaforma di immagini. L'ambizioso obiettivo è quello di riuscire a rendere il business più personale, in modo da colpire le persone nei propri interessi. Il termine persone merita una digressione. Su internet, si sente sempre parlare di utenti, users. Facebook, invece, preferisce parlare di people: persone. Dal momento che il percorso viene dematerializzato e segue le persone, i contenuti si adattano al device utilizzato e sono targetizzati. Infatti, se ci interessa un prodotto, una volta effettuato l'acquisto, non compaiono più annunci pubblicitari di quel tipo.

È il principio del people based marketing: non più pecore che seguono, ma persone da seguire.

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