Le private label: qualità, convenienza e (poco) social

Tra i diversi tipi di prodotti, oltre a quelli di marca industriale e quelli senza marca (prodotti bianchi, linee a marca commerciale di primo prezzo, generici) da diversi anni stanno aumentando la propria quota di mercato i prodotti di marca privata.
Ma facciamo un passo indietro: cosa s'intende per marca? Una definizione accreditata è quella fornita da Centromarca:

"[Una marca è] un contratto, perché comporta per l'industria l'assunzione di impegni e responsabilità rispetto al consumatore, sui fronti della qualità, della trasparenza, dell'innovazione della responsabilità sociale d'impresa. Un'indicazione, perché costituisce un elemento di diversificazione e indica al consumatore la via migliore per soddisfare le sue esigenze. Un legame, perché la reputazione si costruisce nel tempo, mantenendo fede al contratto siglato con il consumatore"

Nel caso della marca commerciale è lo stesso retailer che si fa garante nei confronti del consumatore, anche se la produzione viene effettuata da un'industria, talvolta proprio un'industria di marca. Come ha spiegato il Professore Paolo Bertozzi, quest'ultima può avere un vantaggio in questa operazione, occupando quote di mercato non concorrenti alla marca principale, a discapito dei concorrenti.
Ma cosa pensano i consumatori di queste marche? Secondo una recente indagine di Nielsen, il 47% degli italiani ritiene che alcune private label abbiano più qualità rispetto ai marchi più famosi e il 64% dichiara che le marche private possano essere una buona alternativa a quelle tradizionali (nel 2010 era solo il 37%).
Secondo i dati Nielsen le marche private rappresentano il 18% del giro d'affari del largo consumo (nel 2007 erano il 13%), una crescita di vendite dovuta all'incremento della qualità offerta, migliorata secondo il 60% degli italiani. Che cosa ha spinto l'aumento di 5 punti percentuali? Sicuramente la crisi economica, infatti, il 66% acquista private label principalmente per risparmiare, mentre il 67% ritiene che il rapporto qualità/prezzo di questi prodotti sia ottimo. Anche lo sviluppo di nuove referenze e l'aumento della pressione promozionale ha sicuramente influito su questo incremento nelle vendite, avvicinando l'Italia ai principali paesi europei: in Francia e Germania i prodotti private label costituiscono circa un terzo rispetto alle vendite globali e in Gran Bretagna sfiorano il 45%!

E i canali social? Influenzano le scelte di consumo? Secondo un'indagine del 2015 di The Fool, gli utenti della Rete usano in primo luogo i Social Network (24%) per informarsi e commentare i prodotti di Marca Privata, seguiti dai Blog (42%) e dai Forum (26%), mentre solo un'esigua parte (8%) utilizza le news tradizionali come fonte informativa.

Tuttavia, ben il 52% del campione dei 34 Brand indagati nella ricerca risulta assente dai canali social, perdendo così un'opportunità di confronto con i consumatori digital. Tra i marchi presenti il social network privilegiato risulta Facebook (16), seguito da Twitter (7), Google+ (5) e YouTube (5).


Commenti

Devi effettuare il login per poter commentare