La visualizzazione dei dati: un'altra faccia dell'arte funzionale

Da sempre l'arte e le immagini sono state usate dall'essere umano per spiegare, raccontare e tramandare storie, indicazioni e istruzioni.

Da sempre l'arte e le immagini sono state usate dall'essere umano per spiegare, raccontare e tramandare storie, indicazioni e istruzioni. Basti pensare ai geroglifici, alle pitture rupestri, fino ad arrivare ai milioni di dipinti raffiguranti scene bibliche che sono stati veicolo culturale sia per gli analfabeti sia per gli uomini colti del periodo.

Così anche nel mondo digitale la visualizzazione dei dati ricopre ormai un ruolo fondamentale e funzionale, permettendo di dare valore a numeri e cifre altrimenti privi di senso.

Il design della comunicazione apre le porte al mondo dei dati e alla loro rappresentazione visuale, intraprendendo una strada che sta in mezzo fra quella del giornalismo e dell'informatica, orientandola però verso l'ambito della comunicazione.

Il designer della comunicazione fa le stesse operazioni dei suoi "cugini" (designer di prodotto, di interni, della moda, ecc.); cambia semplicemente il soggetto del suo lavoro, che è il dato.

I dati costano sempre meno ed è sempre più facile estrarli e scambiarli, pertanto sono sempre di più a portata di tutti per interpretare fenomeni e raccontare storie: diventa però fondamentale saperli leggere e rappresentare per poter fare queste operazioni in modo corretto ed efficace.

Il dato in sé, tuttavia, non ha alcun valore ed è solo attraverso la sua stessa trasformazione che acquista un senso.

Possiamo vedere il dato come il nuovo petrolio: un materiale grezzo che, trasformato, ti permette di avere una fonte di ricchezza da mettere a disposizione delle persone, inserendolo pertanto in un sistema più complesso che va analizzato e compreso.

Questo è proprio ciò di cui si occupa Density Design, fondato dallo stesso Prof. Ciuccarelli: DD è un laboratorio di ricerca del Dipartimento di Design del Politecnico di Milano che ha lo scopo di ricercare e rappresentare in modo visivo i complessi dati del mondo sociale, organizzativo e urbano, cercando di rendere fenomeni complessi accessibili, visibili e utilizzabili.

Il valore che emerge dal dato può essere usato anche strategicamente per visualizzare e risolvere problemi. Perché un dato sia il più comprensibile possibile occorre vederlo rappresentato in tutte le sue sfaccettature. E questo è proprio quello che cominciano a fare i primi veri (seppur inconsapevoli di esserlo) designer della comunicazione: ad esempio Charles Minard, il pilastro della visualizzazione dei dati, che già nel 1858 realizza una mappa rappresentante il bestiame inviato in Francia per il consumo; vengono per la prima volta combinati due dati rappresentati in forma statistica , la mappa della Francia e i grafici a torta.

La visualizzazione che però ha portato Minard a passare alla storia è il famoso diagramma di flusso del 1869 che rappresenta la campagna di Napoleone in Russia, un'opera che all'epoca venne definita come una "sfida alla penna di uno storico per la sua brutale eloquenza". Dopo di lui ce ne sono stati molti altri, fra cui Snow Nightingale, Neurath (quest'ultimo fu il primo a farsi affiancare da un vero e proprio grafico). Ciò ci fa capire come questo sia un processo che nasce da lontano, per esigenze diverse e da persone di epoche e di estrazioni diverse, ma che si rifanno tutte allo stesso strumento: l'arte come strumento funzionale e veicolo di comunicazione funzionale, operativo, strategico e non solo emozionale.

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