La rappresentazione di dati tra visual design e storytelling

Si può immaginare un articolo di giornale senza il supporto visuale di un'infografica, un sondaggio senza un grafico a barre o gli andamenti economici espressi solo in forma numerica? Cosa rimarrebbe di tutte le notizie che si leggono durante il giorno se non ci fosse un supporto visivo, una foto impattante, una gallery? L'informazione trasmessa tramite immagini non rappresenta la semplice somma dei dati che la compongono ma racchiude una scelta di fondo del realizzatore che mostra un fenomeno secondo un punto di vista ben preciso.
Quello che appare come una meravigliosa e semplice sintesi tradotta in visual design aiuta la memorizzazione di un dato, di una situazione sociale, economica o culturale, racconta una storia. Partendo da questo presupposto, si può affermare che il dibattito legato alla rappresentazione grafica, negli ultimi anni, risente positivamente di una sempre maggiore convergenza degli studi di matrice analitica legati agli ambienti scientifici e a quelli di matrice umanistica che guardano alla dimensione della percezione di un fenomeno e alla sua narratività sottostante. Come afferma Paolo Ciuccarelli, docente di Communication Design presso il Politecnico di Milano, il dato di per sé non è significativo ma diventa abilitatore di un ragionamento secondo il principio per cui la semplice visualizzazione non è autonoma.
Nel 1854 John Snow, medico britannico considerato uno dei pionieri nel campo dell'anestesia, dell'igiene in medicina e dell'epidemologia, individuò nell'acqua contaminata la causa dell'epidemia di colera diffusasi nella zona di Soho. Durante la sua ricerca, utilizzò una piantina di Londra e i dati relativi al contagio nei diversi periodi, ricostruendo meticolosamente il percorso della malattia e in parallelo considerando i luoghi di decesso degli individui della zona. Questa sovrapposizione gli permise di notare che i casi di colera erano particolarmente concentrati attorno ad una specifica pompa dell'acqua nel distretto di Soho e in effetti, bloccandone il funzionamento, riuscì ad arginare il diffondersi dell'epidemia.
Il lavoro di Snow oltre ad essere stato pionieristico nel campo medico, può essere considerato uno dei primi casi di infografica, in quanto l'argomento non viene soltanto illustrato graficamente ma, anche, spiegato. La rappresentazione visuale dell'informazione ha quindi la potenzialità di divenire il processo attraverso il quale non solo si comprende un contenuto ma tramite il quale si aggiungono nuovi significati al contenuto stesso. La combinazione di immagini e parole, la chiarezza nell'esprimere l'informazione che si vuole comunicare (che deriva da una chiarezza di intenti), la corretta scelta del medium su cui presentare il lavoro contribuiscono a rendere efficace l'informazione. Per raggiungere questo obiettivo diventa necessario immaginare la rappresentazione grafica in maniera olistica, non come somma di grafici e parole, ma come un tutto in cui la storia è un intero che supera la somma delle singole parti.

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