L’asocievole socievolezza del mobile

"A first of its kind, revolutionary mobile app, aimed at controlling smartphone addiction and helping you maintain an healthy digital lifestyle".

Così si presenta BreakFree, applicazione ideata per liberare gli utenti dalla dipendenza dal cellulare. Quante volte al giorno controllate il vostro smartphone? BreakFree sa rispondere alla domanda: la app è in grado di dirvi quante volte bloccate lo schermo, quanto tempo trascorrete sulle diverse applicazioni, quante chiamate registrate nell'arco della giornata e, in base a tali dati, sa diagnosticare il vostro grado di dipendenza telefonica. Siamo forse di fronte a un paradosso: scaricare e utilizzare una mobile app per diminuire l'utilizzo giornaliero del mobile. Dati alla mano, il cellulare sembra essere il dispositivo più personale e pervasivo presente sul mercato dell'elettronica: il 60% degli italiani è attivo in internet e, di questi utenti, il 43% accede alla rete attraverso mobile e trascorre sui social network mediamente due ore e mezza ogni giorno.

"L'uomo è per natura un animale politico e colui che non appartiene a una pòlis è un essere degradato oppure è un essere superiore agli uomini, egli o è un bruto o è un dio" scriveva qualcuno. L'invenzione del cellulare (Cooper, 1973) risponde a un'innata tendenza umana: l'incapacità di bastare a se stessi e il conseguente bisogno di relazionarsi agli altri. La storia dello sviluppo del mobile sembra orientata ad ampliare e facilitare questo profondo istinto di socialità: possiamo sentirci presenti dove siamo concretamente assenti, perché il mobile accorcia le distanze. Nel corso degli anni questo strumento si è fatto sempre più simile a un personal computer, consentendo oggi di connettersi al web, accedere alla mail e utilizzare un numero infinito di applicazioni. Ci percepiamo presenti dove siamo assenti e ci rendiamo assenti dove siamo presenti. Fissiamo il telefono mentre camminiamo per strada, quando mangiamo o prendiamo la metro. Se vi dovete orientare in una città che conoscete poco, chiedete indicazioni ai passanti o a Google Maps? Vi ricordate l'ultima volta che avete chiacchierato con un estraneo in treno? Preferite affidare le vostre gioie e delusioni a Facebook o alle orecchie di un amico?

Il mobile è un ponte tra noi e il nostro mondo social, separa e connette le due rive. Il mobile aumenta le nostre capacità relazionali distraendoci dai rapporti face to face.

Il marketing strategico e la brand communication trovano nel mobile una via preziosa e irrinunciabile, una bussola precisa per il loro viaggio: multicanalità tascabile e alta tracciabilità degli utenti il nuovo nord. E voi, sapete orientarvi?

Commenti

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Giacomo Legnani
Pubblicato il 01.04.2015

Interessante l'analisi dell'(a)social! Probabilmente il social è anche uno dei canali utilizzati per affermare la nostra identità dalla relazione con gli altri. Forse si è perso qualcosa di umano, ma improvvisamente si è avuto un palcoscenico tutto per noi, senza lo stress del palcoscenico...