EBITDA, EBIT, ROA, ROE, ROI. Parole in codice? No,
semplicemente acronimi di voci e indici di bilancio che possono essere
sintetizzati in una sola parola: valore estratto. Le organizzazioni distruggono
e creano valore economico continuamente. Lo distruggono quando pagano le
fatture dei fornitori, gli interessi passivi alle banche, i dividendi ai soci e
agli azionisti, le imposte e le tasse allo Stato. Lo creano quando incassano i
crediti relativi alla vendita dei propri beni e servizi alla clientela,
percepiscono i dividendi dalle società partecipate oppure cedono le proprie
attività a terzi.
Remunerazione, guadagno, profitto e utile sono sinonimi che
non indicano altro che la differenza tra il valore creato (ricavi) e il valore distribuito (costi). Tale differenza non è banale in
un'impresa orientata al profitto. Misura la sua capacità di trattenere parte
del valore economico generato, ossia è ciò che rimane dopo aver distribuito
valore ai clienti, soci, azionisti, dipendenti e agli altri principali portatori
di interessi. Un'organizzazione “profit" ha come principale
obiettivo non tanto la generazione di valore, ma l'acquisizione di una parte dello
stesso al fine di pagare i dividendi agli investitori, accantonare riserve per
il futuro, investirlo in nuove attività.
Ma come si fa a trattenere parte del valore creato? Costruendo
un valore percepito maggiore del valore intrinseco. Il valore dell'intangibile conta sempre di più. “Nespresso
what else" è significativo del modo in cui l'omonima
azienda crea e trattiene valore: viene venduto uno status symbol, un modo
d'essere, l'ingresso ad un club e, solo in ultima istanza, del
caffè. Il prodotto in sé diventa sempre meno decisivo, non perché ai consumatori
non importa più delle sue qualità o funzionalità bensì perché avere un buon prodotto
non è più un “plus" ma una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per
sopravvivere in mercati sempre più concorrenziali.
Generare più valore non sempre significa essere in grado di acquisirne
di più. Samsung ed Apple sono due aziende leader a livello mondiale nel loro
campo grazie a prodotti di qualità e ad alto contenuto tecnologico. Samsung,
che nel 2013 ha fatturato 268,8 miliardi di dollari (contro 170,9 di Apple), ha
realizzato un utile di 26,2 miliardi, significativamente inferiore ai 37,03 di Apple. In sostanza,
fatto 100 il valore generato da ciascuna azienda, Samsung è riuscita a trattenerne
poco meno del 10% mentre Apple quasi il 22%. Evidentemente “think different" non
genera più valore di “change
everything", ma ne trattiene molto di più!