I conti in tasca alla pubblicità

Questo primo scorcio di millennio è stato indubbiamente un periodo di grandi cambiamenti per il mercato pubblicitario italiano, segnato da un verso dall'impetuosa crescita dei media digitali e dall'altro dalla crisi economica.

  • 05.05.2016
  • tempo di lettura: 02:27

Questo primo scorcio di millennio è stato indubbiamente un periodo di grandi cambiamenti per il mercato pubblicitario italiano, segnato da un verso dall'impetuosa crescita dei media digitali e dall'altro dalla crisi economica che, iniziata nella dimensione finanziaria nel 2008, si è presto tradotta in crisi reale di occupazione e investimenti per molti comparti economici nazionali, e che solo in questi ultimi mesi sembra avere allentato la presa.

Come ha evidenziato il Dott. Dal Sasso, general manager di Nielsen AD Intel e Nielsen TAM, a dispetto tuttavia di tali oggettive difficoltà congiunturali, nel 2015 il mercato pubblicitario italiano valeva 7,9 miliardi di euro, segnando rispetto al 2000 una crescita pari a quasi il 13%, avendo allora il mercato pubblicitario un valore pari a 7 miliardi. La percezione di questo dato, pur positiva, si ridimensiona, rilevando che nel decennio 1990-2000 il valore del mercato pubblicitario italiano era quasi raddoppiato (nel 1990 in mercato pubblicitario valeva 3,2 miliardi di euro). Durante gli anni peggiori della crisi economica l'andamento degli investimenti pubblicitari si è rivelato particolarmente elastico rispetto alle variazioni negative del PIL, per cui nel 2009, con il PIL che segnava -5,5% rispetto all' anno precedente, gli investimenti pubblicitari colavano a picco segnando -16,5 %. Ancora nel 2012, a fronte di una diminuzione del PIL pari al 2,2%, gli investimenti pubblicitari diminuivano del 17,7%. In tempi più recenti, complice la ripresa economica, gli investimenti pubblicitari, pur se a fasi alterne, hanno registrato una moderata crescita pari al 1,5% nel 2015 rispetto all'anno precedente, crescita dovuta unicamente all'aumento degli investimenti pubblicitari da parte della distribuzione e del settore farmaceutico.

Questi ultimi anni non hanno rappresentato solo un periodo di oggettiva difficoltà per il settore della pubblicità, ma anche anni di profondi mutamenti che hanno aperto nuove possibilità, derivanti dal crescere dell'importanza del Web nella comunicazione pubblicitaria. La quota di investimenti destinati alla comunicazione tramite internet è costantemente aumenta dal 2002 ad oggi, passando dall'irrilevanza ad una quota pari al 26,6% del totale degli investimenti nel 2015. Tale crescita è avvenuta a sostanziale discapito degli investimenti pubblicitari nella carta stampata, passati dal 39% nel 2002 al 15,6% nel 2015. La quota maggiore di investimenti è tuttora assorbita dal mezzo televisivo, a cui nel 2015 è destinato il 46,1% del totale, pur registrandosi una diminuzione pari al 7,4% nel 2002. La "quota digitale", tuttavia, risulta l'unica in decisa crescita, segnando nel 2015 un aumento pari al 8,5% rispetto all'anno precedente.

Per ulteriori approfondimenti clicca qui.

Commenti

Devi effettuare il login per poter commentare