Google Renaissance

-Nulla può fermare un'idea di cui è venuto il momento. Così diceva Victor Hugo.

-Sicuro?

-Sì sì sicuro! I motori di ricerca semantici mi fanno sentire molto sicuro quando si tratta di trafugare citazioni e, visto che sono profilato, hanno memoria delle mie ricerche... et voilà, trovato: Nulla può fermare un'idea quando è giunto il suo momento. Google dixit, novello biografo di Hugo.

E pare che il momento del web 3.0 sia giunto davvero: multimedialità, interconnessione, convergenza, e portabilità sono tutte manifestazione dell'onda lunga di una "rivoluzione digitale" ben storicizzabile. Percorrendola sommariamente si possono individuare momenti cardine come gli studi sul sistema binario di Shannon e Weaver (1957), l'invenzione di Ethernet (1974), il primo browser a interfaccia grafica, Mosaic (1992), fino ai Google Glass. A queste innovazione hanno fatto seguito anche importantissimi eventi economici come l'High Performance Computer Act, e l'esplosione, e implosione, della new economy.
Per stabilire la portata di tutto ciò, occorre considerare non solo l'innovazione tecnologica, ma anche le dinamiche socio-economiche con le quali essa interagisce: a questo proposito l'analisi proposta dal Prof. Colombo fa perno sul concetto foucaultiano di DISPOSITIVO.

Ciò che cerco di individuare con questo nome è, in primo luogo, un insieme assolutamente eterogeneo che implica discorsi, istituzioni, strutture architettoniche, decisioni regolative, leggi, misure amministrative, enunciati scientifici, proposizioni filosofiche, morali e filantropiche... il dispositivo esso stesso è la rete che si stabilisce fra questi lementi.

Queste le parole di Foucualt per definire il DISPOSITIVO, al quale possiamo aggiungere l'aggettivo DIGITALE che ne denota non solo la tecnologia, ma ne connota anche la funzione: questa rivoluzione non viaggia solamente sul binario dell'uno e dello zero, ma ha operato un cambiamento del sostrato della nostra esistenza, tanto che i cosiddetti "nativi", stentano a percepire la discontinuità tra materiale e digitale, e tanto che potremmo quasi definire la nostra esistenza come un lungo processo di rimediazione:
Il concetto di rimediazione esprime le modalità in cui formati anche molto diversi tra loro possono convivere in questi nuovi ambienti di sintesi fino a trovare una forma comunicativa autonoma e riconosciuta.



E, in questo processo, dunque, è in gioco la rappresentazione del sè e del mondo in cui viviamo. Come sostentva Albrecth Dürer - e ce lo ricorda Panofsky – prospettiva significa "vedere attraverso": coloro che studiavano la prospettiva lineare promettevano immediatezza attraverso la trasparenza, come i designer di interfaccia contemporanei (ib).

Si delinea dunque una nuova cartografia del presente come un aggregato di spazi iperlinkabili, (amiguamente) trasparenti, interconnessi e user generated.

Sta a vedere che Google, oltre a essere il nuovo biografo di Victor Hugo, si candida a diventare il novello Leon Battista Alberti.

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