Google Correlate: le (cor)relazioni che non ti aspetti

Cos'hanno in comune una moneta, dei boxer, un terrier e Dublino? Apparentemente, nulla. In realtà, molto. O meglio, qualcosa di molto importante, specialmente in ottica di marketing digitale.

  • Autore: Luca Papale
  • 23.05.2015
  • tempo di lettura: 02:35

Cos'hanno in comune una moneta, dei boxer, un terrier e Dublino?
Apparentemente, nulla.
In realtà, molto. O meglio, qualcosa di molto importante, specialmente in ottica di marketing digitale. La correlazione tra queste parole emerge utilizzando lo strumento Google Correlate ed inserendo nel campo di ricerca la query "moneta": si scopre così che il termine "moneta" viene cercato su Google con una frequenza molto simile a quella delle altre parole elencate precedentemente. Detto altrimenti, nonostante non ci sia un rapporto evidente tra questi termini, ciò che emerge è che queste query di ricerca vengono utilizzate su Google con una frequenza decisamente simile tra di loro.
Google Correlate utilizza i dati relativi alle attività di ricerca web per scoprire quali sono le parole che condividono dei pattern dal punto di vista quantitativo. Per certi versi è molto simile al più noto Google Trends, ma laddove Trends fornisce dati relativi ad una data parola ricercata – indicando, ad esempio, quanto spesso è stata utilizzata per ricerche web partite da specifici luoghi in specifici momenti – Correlate si concentra sulle mere relazioni numeriche che intercorrono tra più termini. Ma come utilizzare i dati forniti da Correlate per trarne profitto? Con una buona dose di pensiero laterale. Se, infatti, alcune correlazioni sono abbastanza prevedibili (ad esempio, "videogiochi" viene cercato tanto spesso quanto termini come "PC", "nVidia" e, anacronisticamente, "PS2"), altre – come quella presentata in apertura di questo articolo – possono apparire ai più come completamente casuali. A volte la verità sta nel mezzo: ricercando, ad esempio, "Expo 2015", si nota come tra i risultati di correlazione ci siano "casino di Venezia", "ristoranti Venezia" e "La Fenice Venezia" (un famoso teatro della città lagunare), ma anche "AirAsia". Cosa se ne può dedurre? Che, molto probabilmente, una buona parte di chi sta organizzando un viaggio a Milano per visitare l'Expo ne approfitterà per estendere il proprio viaggio a Venezia, o si spingerà ben oltre approfittando della centralità che Milano offre in relazione ai viaggi intercontinentali. Trovare dunque un nesso tra i risultati di Correlate può fare la differenza in termini di marketing e comunicazione in molti ambiti, perché, per tornare alla domanda di apertura, se è vero che molte delle persone che hanno cercato "moneta" non hanno poi cercato anche tutti i termini individuati da Correlate (o magari neanche uno), è anche vero che, per la legge dei grandi numeri, un qualche tipo di rapporto deve pur esserci. Individuare questo rapporto è un'operazione che decisamente richiede creatività, capacità di pensare fuori dagli schemi, di dare un senso ai freddi numeri rigurgitati da un algoritmo e costruirci su una narrazione che unisca i puntini per ottenere un disegno chiaro. Cos'hanno, quindi, in comune una moneta, dei boxer, un terrier e Dublino? La risposta potrebbe, forse, celare la chiave di volta per la nascita di un nuovo business…

Commenti

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Jessica Vaghi
Pubblicato il 27.05.2015

Per quanto io trovi questo strumento davvero sorprendente e sicuramente pieno di potenziale, percepisco il suo utilizzo, per costruire una campagna di marketing, come un gran rischio o una bella scommessa (per dirlo in altri termini meno catastrofici)! Naturalmente non ci si basa solo su un'analisi di correlate per definire una campagna... ma forse potrebbe essere usato più per supportare ulteriormente una proposta di campagna già motivata da "più sicure" evidenze, piuttosto che come "main evidence". Voi che ne dite?