COMUNICAZIONE GENITORI E FIGLI

IL valore della Comunicazione tra Genitori e Figli

Quando i figli crescono diventa, spesso, difficile relazionarsi serenamente con loro e farsi ascoltare.

I motivi sono molteplici: c’è lo stress della vita lavorativa e il poco tempo a disposizione, ci sono i momenti difficili della vita di coppia, difficoltà a scuola, attività extrascolastiche e quasi sempre c’è il fatto di non saper gestire abbastanza la propria emotività.

A volte ci si arrabbia alzando la voce e dando punizioni che non risolvono le difficoltà, anzi, spesso le esasperano.

Quante volte ti sarà capitato di parlare tanto, ripete tante volte lo stesso concetto, di porre molte domande, di elencare una serie di regole e compiti da seguire ed eseguire?

Quello che arriva è: BLA BLA BLA BLA BLA BLA BLA

Perché?

Perché questo non è comunicare ma…. monologare!

E’ una comunicazione a senso unico e ciò impedisce una comunicazione aperta, favorendo momenti di tensione.



La comunicazione deve essere a doppio senso.

Infatti l’obiettivo della “comunicazione emotiva” è quello di far sentire un figlio ascoltato, accolto, rispettato, apprezzato ed incoraggiato ad esprimere sempre le sue emozioni i suoi pensieri e soprattutto le sue paure.

Che sono tante.

 

C’è una cosa importante da non sottovalutare, ossia, che i figli crescono per imitazione.

Si approcciano, quindi, alla comunicazione imitando ciò che hanno visto ed appreso.

Pertanto è importante dare il giusto esempio migliorando la comunicazione tra gli adulti.

Se la comunicazione è più fluida, serena, anche delle difficoltà e criticità della vita, i figli impareranno a vivere il momento della condivisione più serenamente, senza la paura di esser giudicati per le loro emozioni o per il loro diverso punto di vista.

Quando vedono un genitore “dare via libera alle proprie emozioni e al proprio sentire”, comprendono che anche loro POSSONO provare EMOZIONI. Anche loro POSSONO PIANGERE. Anche a loro è CONCESSO, viene dato il permesso, di ASCOLTARSI.

 

E’ utile approcciarsi alla “comunicazione emotiva” sin dai primi momenti di vita di tuo figlio/a.


In questo modo anche i momenti di No, quelli di ribellione, vengono vissuti con più serenità dal bambino il quale non avrà timore di manifestare il proprio disagio o il disappunto… perché si! Anche loro hanno dei disappunti… loro hanno un punto diverso dall’adulto, perché hanno una propria identità, e bisogna rispettarlo.

 

Quante volte, tu genitore, ti sarai chiesto:

“Ma perché non mi ascolta? Parlo… parlo… parlo ma è come se le parole andassero al vento?”

Oppure, rivolgendoti ai tuoi figli:

“Allora lo fai apposta?”

 

Ti svelo un piccolissimo segreto… che tanto segreto non è: I bambini non hanno limiti e spesso tendono a sfidare. Ma la loro sfida non è rivolta a te genitore… bensì alla regola!

Anche a noi adulti, bambini di un tempo, ci sarà capitato di fare più tardi… di dare risposte non sempre ben accette… di mangiare ciò che ci era stato vietato, ecc.

E’ come se loro dovessero comprendere, sentire, fino dove possono spingersi, fin dove possono arrivare… fin dove si sentono accolti e ascoltati.

 

👉Perché tu adulto, lo percepisci come sfida? Come ti fa sentire questo atteggiamento?


 Proviamo, attraverso un esempio pratico a vedere due aspetti della comunicazione.

Vostro figlio/a sta giocando in casa con la palla.

A questo punto, si possono scegliere due strade:

La comunicazione verbale

Genitore: “Lascia la palla subito”

Figlio: “Perché?”

Genitore: “Perché SI”; 

E quindi entrare in contrasto.

Oppure…

La comunicazione emotiva

Genitore: “X metti la giacca e vai a giocare in giardino, oppure prendi un altro gioco e vieni qui che giochiamo insieme”.

Portando, in questo modo, dal divieto al permesso ma in altra zona dove è concesso farlo. O un’alternativa che piacerà ad entrambi, da divieto ad alternativa condivisa.

Loro sanno benissimo che non possono giocare a palla in casa… perché distruggerebbero qualsiasi cosa o la   signora del piano di sotto farebbe un richiamo all’amministratore di condominio.

Sta al genitore, in quanto adulto, ascoltare il bisogno del figlio e gestire questo “guanto di sfida” fornendo il limite evitando la crisi.

 

<< I figli sono come aquiloni:

Insegnerai a volare ma non voleranno il tuo volo;

Insegnerai a sognare ma non sogneranno il tuo sogno;
 Insegnerai a vivere ma non vivranno la tua vita.

Ma in ogni volo, in ogni sogno e in ogni vita

Rimarrà per sempre l’impronta dell’insegnamento ricevuto.>>

[Madre Teresa di Calcutta]

 


 

Erika Aprile, Attrice & Counselor a mediazione teatrale


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