TEATRO EDUCATIVO E SOCIALE Riflessione di Daniela Marigo

Il teatro che fa scuola!

Lo sappiamo, il teatro fa bene. Il teatro è crescita personale e sociale. Il teatro, attraverso la scena e il palcoscenico ci aiuta a sviluppare parecchie competenze personali , aiuta a combattere la timidezza, ad esternare le nostre emozioni e suscitarle nell'altro. Teatro non è “ solo “ questo.
E’ intrattenimento , è conoscenza ,sapere , in poche parole …è cultura.

Non è difficile dimostrare che in Italia si sta sempre meno investendo sulla cultura. Soprattutto in questo periodo, stanno chiudendo diverse associazioni e alcuni comuni come a Milano chiedono di far pervenire all'interno dell'istituzione scolastiche, attività gratuite extrascolastiche ai bambini , senza che venga neanche garantito un rimborso spese. Lo chiamano volontariato.

Il volontariato è “ un'attività di aiuto gratuito e spontaneo verso persone in condizioni di indigenza o che necessitano di assistenza oppure per fronteggiare emergenze occasionali o prestando opera e mezzi nell'interesse collettivo in maniera individuale o collettivamente in associazioni costituite per specifici scopi benefici.


Il volontariato quindi non è sfruttamento. Non è chiedere di lavorare gratuitamente alle associazioni che hanno sempre svolto le loro attività all’ interno delle scuole pagati, come giusto che sia.  Per rispetto del proprio lavoro, a chi investe del tempo, e soprattutto per rispetto dei bambini che devono avere attività di qualità.

Le stesse associazioni per sostenersi, devono appunto avvalersi di volontari, ma non significa che chi lavora all’ interno dell’associazione non debba essere pagato.

Insomma un’altra notizia che, con la riforma del terzo settore,  fa poco sperare nella crescita culturale e artistica nel nostro bel paese e le conseguenze che ne derivano da tutto ciò. Chi avrà la possibilità potrà investire su corsi di qualità, chi non avrà questa possibilità …. Be’ non è difficile capire.


Inoltre...La domanda sorge spontanea... esisterà ancora il teatro educativo?

In tutto questo però continuo a perseverare nel pensiero che ad oggi l’educazione emotiva è una materia che dovrebbe essere inserita , essere fatta propria da insegnanti ed educatori all’interno della scuola e deve essere sostenuta da attività ludico ricreative come appunto ,il teatro educativo.

SCUOLA E TEATRO: SI TRATTA DI “INTERSEZIONE”

Vi invito ad ascoltare l’intervento del responsabile scolastico di Verona, Stefano Quaglia, che ha sunto in pillole , anzi ad “ intersezioni “ l'importanza del teatro nella scuola.

Ecco il link: https://youtu.be/kVwDxhARnWM

Con la PRIMA INTERSEZIONE ritiene quanto la memoria possa essere fondamentale come strumento e trasmissione di esperienze storiche di una comunità che può passare  anche attraverso la messinscena.

La memoria è la capacità di immedesimarsi talmente bene nelle cose da farla propria e tenerla bene dentro in modo tale che appunto quella memoria diventerà in futuro quelle parole che tu userai quando nel momento della gioia, della tristezza e della comunicazione ti servirà costruire il tuo pensiero e dargli concretezza.

Cosa vuol dire imparare a memoria una parte? Significa spostarsi. Il teatro è questo: Paolino nella vita e poi EROE sul palco. Il suo ego sfasa e non è più lui.

Questa è un’esperienza fenomenale in quanto è l’incontro con altro sè che deve essere interpretato.

Da questo deriva la seconda intersezione: un’altra esperienza analoga nella scuola e’ quella della traduzione.


che è quello di andare a capire cosa dice quel tizio li’ e finché non l’hai capito non ci sono santi, non ‘e’ che è lui che non parla chiaro , sei tu che non hai capito


Questo fa in modo di costruire umiltà nella relazione e aumentare la capacità di ascolto. In cosa? Soprattutto nella capacità di ascolto del testo e dell’interiorità dell’altro che in quel momento trasmette anche il senso di chi siamo. Dunque educativamente parlando in cosa si traduce?

Nella capacità di interpretazione. Interpretare significa che ( Paolino) ha CAPITO ( il testo) dando al personaggio tutte le emozioni , le parole che non sarebbero state sue, ma appunto del personaggio ( eroe) e del testo da cui è tratto.

La terza intersezione tra scuola e teatro si può tradurre nella practice operativita. Il teatro costringe a misurarti con la realtà. A buttare via il cellulare e obbliga ad una rappresentazione reale e non virtuale. L’educazione alla realtà attraverso la conoscenza operativa. Si agisce con l’effetto dell’emulazione, imitazione di un’azione attraverso persone che agiscono.

L’altra parte fondamentale che trae dal pensiero di Aristotele forma la quarta intersezione ed è il SENSO DI QUELLO CHE SI STA FACENDO. I gesti che vengono compiuti all’interno della rappresentazione.  Ogni singolo gesto è pensato, costruito ha appunto un SENSO.

Dunque dalla lettura , si elabora una ricostruzione e ricomposizione alla fine la cosa piu importante : l’emozione , l ‘energia proviene dalla composizione dal fatto che quella narrazione e ‘ diventata una serie di azioni logicamente strutturate.

Questi comportamenti intellettuali dove agiranno, se non in uno spazio?

Possiamo dunque parlare di QUINTA INTERSEZIONE ovvero lo spazio in cui ti muovi, spazio luogo in cui ti senti te stesso, non fa paura.

” Dal punto di vista educativo, non avere la pretesa di essere aggressivo per affermativo. perimetrato dalla tua capacità di collocarti e della tua interiorità. Questo può fare il teatro a scuola, un’appendice. Ci si trova in un’accettazione di parità  e di condivisione grazie al teatro. “

Dalla nostra, possiamo solo confermare questo bellissimo pensiero sul teatro educativo e sperare che a tutte le forme artistiche vengano riconosciute il giusto valore ,sempre.  


Daniela Marigo

Educatrice pedagogica Teatrale 

Family Coach 


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