I robot nei ristoranti: l’automazione che fa fatturato

I robot sono arrivati in ristoranti e alberghi americani per gli stessi motivi per cui sono arrivati per la prima volta in fabbrica.

Secondo il Boston Consulting Group, il costo delle macchine, anche sofisticate, è diminuito significativamente negli ultimi anni, scendendo del 40% dal 2005. 

Il lavoro, nel frattempo, sta diventando costoso visto che alcune città e gli Stati passano leggi che aumentano il salario minimo.

I tassi salariali stanno infatti rendendo rendendo l’automazione di molti compiti nei ristoranti molto più sensata. 

Si tratta di lavori ripetitivi, senza valore aggiunto. E catene come Wendy, McDonald’s e Panera stanno installando chioschi self-service in tutto il paese, permettendo ai clienti di ordinare senza mai parlare con un dipendente.

 Starbucks incoraggia i clienti a ordinare sulla propria app mobile; queste transazioni rappresentano il 10% delle vendite.


Il robot da 150 hamburger l’ora

Gli imprenditori sostengono che i robot assumeranno il controllo del lavoro sporco, pericoloso o semplicemente noioso, permettendo agli esseri umani di concentrarsi su altri compiti. La catena internazionale CaliBurger installerà presto Flippy, un robot che può sfornare 150 hamburger in un’ora. 

I dipendenti a cui non piace il grill caldo e grasso invece di sudare in cucina saranno liberi di interagire con i clienti in modi più mirati, portando loro tovaglioli extra e chiedendo loro come si stanno godendo gli hamburger. Anche se magari i posti di lavoro diminuiranno.

Da Panera i cassieri non sono più necessari e i dipendenti possono dedicarsi all’esperienza del cliente. I clienti Panera solitamente recuperano il cibo dal banco. Ma nei ristoranti dove ordinano ai chioschi, i dipendenti ora portano il cibo dalla cucina ai tavoli.

L’ esperienza di Eatsa può essere istruttiva. Il ristorante start-up, con sede a San Francisco, permette ai clienti di ordinare le sue ciotole quinoa e insalate sul loro smartphone o un tablet in-store e poi prendere il loro ordine da una inquietante parete bianca inquietante. Inizialmente, due greeters assistevano i clienti, ma ora non sono più necessari e ce n’è solo uno. Oltre alla tecnologia però ci vuole anche il cibo. Sembra sia questo il vero problema di Eatsa che che ha chiuso le sue sedi a New York City, Washington Dc e Berkeley.


Fonte 01net.it

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