π Quando sono in giro, non posso fare a meno di osservare le famiglie: bambini, genitori, interazioni…
Sì, sono davvero un filino impicciona π
Un po’ perché il comportamento umano mi affascina da sempre,
un po’ per deformazione professionale.
Ma – giusto per assolvermi un pochino – vi dico anche che il mio sguardo non è mai giudicante, perché i miei 25 anni di consulenze pedagogiche mi hanno regalato una capacità preziosa:
π leggere le buone intenzioni e le difficoltà che si nascondono dietro ogni comportamento.
Tre tipologie di famiglie che incontro spesso
π¨π©π§ Tipologia 1, la più frequente: Rumore e fatica
Il bambino è molto “capriccioso”, insistente, rumoroso.
I genitori appaiono stressati, urlano, brontolano continuamente.
C’è una costante contrattazione, un’escalation di parole, rimproveri, richiami.
Sono quelle famiglie che, anche solo standoci vicino, ti danno l’impressione che ogni spazio – acustico ed emotivo – sia completamente saturo.
β‘οΈ La comunicazione è fitta, intensa… ma spesso inutile.
π Parole chiave: rumore e fatica.
π€ΉβοΈ Tipologia 2, poco frequente: Calma e fermezza
Il bambino è molto richiedente, a volte drammatico nelle sue manifestazioni (capricci, pianti, proteste sceniche).
Ma il genitore è calmo, fermo, presente.
Non si fa trascinare dentro l’emozione del momento.
π§βοΈ Risponde con chiarezza, senza aggiungere troppe parole.
Mentre il bambino si dispera davanti alla cassa del supermercato,
il genitore paga la spesa, attende, non cede e non negozia. Accetta e capisce la reazione del bimbo, ma la gestisce con gentile fermezza.
π Gestione silenziosa, ma molto efficace.
π€ Tipologia 3, una gioia osservarla: Armonia e complicità
Famiglie in cui si respira una certa armonia.
I bambini fanno richieste in modo competente,
i genitori rispondono con calma e disponibilità.
Anche le parole fluiscono con un ritmo più armonico:
π£οΈ comunicazione serena, fluida, rispettosa,
con ruoli chiari e persone che si ascoltano davvero.
π§ Ma poi arriva lui: il pubblico giudicante
Perché sì, anche se non ce lo diciamo… molte persone osservano – e commentano.
π Sulla famiglia 1:
“Che bambina ingestibile!”
“Io un figlio così non lo reggerei mai…”
“Ma come si fa a essere genitori così incompetenti?”
π Sulla famiglia 2:
“Guarda che vergogna, che capricci!”
“E i genitori? Non fanno niente, così non si educa!”
π
Sulla famiglia 3:
“Eh, certo… con bambini così è facile.”
“Fortunati loro! Io invece ho un figlio tosto…”
π§ Ecco perché io osservo tanto, ma giudico zero
Il giudizio – quello che etichetta, semplifica, condanna –
l’ho disimparato da tempo.
E sapete perché?
Perché conosco il dietro le quinte.
π Dietro ogni famiglia, una storia diversa
π¨π§ Famiglia 1
Genitori che ce la stanno mettendo tutta, ma non hanno ancora trovato gli strumenti giusti.
Reagiscono, si affaticano, si perdono.
Ripropongono i modelli che hanno imparato da piccoli,
ma che oggi non funzionano più.
Sanno che c’è un modo migliore, ma non sanno ancora come realizzarlo e le "provano un po' tutte".
π± Famiglia 2
Genitori che stanno imparando.
Hanno capito che i capricci non si combattono,
ma si accolgono e si guidano, con limiti chiari.
Allenano la calma, la presenza, la coerenza.
Non è che “non facciano niente per calmare il piccolo”:
π fanno tantissimo, ma con rigore e gentilezza.
π³ Famiglia 3
Genitori che hanno scelto un percorso consapevole.
Che hanno avuto dubbi, cadute, ma non hanno mollato.
Hanno costruito – giorno dopo giorno – una relazione chiara, coerente, rispettosa.
I loro figli non sono “bravi per natura”:
sono bambini allenati alla comunicazione, alla regolazione, al rispetto.
π‘ Non è questione di fortuna. È questione di scelte
Spesso non si tratta di famiglie con valori diversi.
π Si tratta di famiglie con strategie diverse.
π Si tratta di allenamento, di costanza, di consapevolezza.
π¬ E anche tu, se vuoi…
Puoi cominciare a cambiare il tuo modo di essere genitore.
π§© Un passo alla volta.