In questo episodio rispondo alle seguenti domande:
1) ci sono strumenti che possano aiutare mio figlio a calmarsi prima?
2) devo stargli vicino o è meglio che mi allontani finché è arrabbiato?
3) va bene se gli dico di prendere a pugni un cuscino?
Il percorso per la gestione dei momenti di rabbia di tuo figlio prevede questi 8 passi:
1) capire l'origine della sua reazione: quale ingiustizia sta percependo?;
2) pianificare una regola che gli consenta di percepire diversamente quella situazione e gli consenta di passare dalla sensazione di ingiustizia alla consapevolezza di giustizia (in questo ti do una mano io durante il nostro percorso insieme: giusto per utilizzare l'esempio del METODO3X3, se tuo figlio si arrabbia ogni volta che c'è da spegnere la TV è perchè lui pensa che sia giusto guardarla all'infinito. Con la regola data bene, rispettando tutti i passaggi del metodo, dopo 3 giorni non si arrabbia più perchè smette di percepire quest'ingiustizia);
3) creare un modello di comportamento che motivi tuo figlio ad apprendere un altro modo per esprimere i suoi sentimenti;
4) non intervenire con nervosismo: la rabbia non si spegne con la rabbia;
5) non dare comandi emotivi del tipo “smettila”;
6) evitare discorsi o spiegazioni razionali durante la sua esplosione;
7) lasciargli tutto il tempo che gli serve per ritornare a respirare bene ("prenditi tutto il tempo che ti serve");
8) fornirgli degli strumenti per ritrovare più velocemente il suo stato di serenità, o quanto meno, permettergli di integrare la sua emozione con la sua parte razionale.
Ora dedichiamoci alle prima domanda:
1) ci sono strumenti che possano aiutare mio figlio a calmarsi prima?
Quando si è arrabbiati, ci sono delle azioni che servono a trovare più velocemente uno stato di equilibrio: per quanto mi riguarda, se mi sento infastidita vado a correre o a camminare e nel giro di pochi minuti la mia parte emotiva si integra con quella razionale, permettendomi poi di analizzare meglio le situazioni e trovare delle soluzioni un pochetto più utili.
In genere i bambini potrebbero calmarsi:
- camminando o correndo in giardino
- leggendo
- ascoltando musica o un audio-libro o una fiaba sonora
- disegnando o colorando
- giocando
- facendo un puzzle o qualunque altra attività metodica.
Va bene anche creare uno spazio in cui lui possa andare a svolgere queste attività.
Innanzitutto scoprite insieme quale attività lo faccia stare meglio: durante il giorno aiutalo a prendere coscienza quale sia il momento in cui è più rilassato.
Poi prendete un accordo in anticipo e digli:
“quando ti arrabbi prenditi tutto il tempo che ti serve , siccome hai il diritto sia di vivere la tua emozione, sia di tornare a stare bene e a respirare bene, creiamo questo spazio in cui tu possa fare la tua attività ”
Ogni volta che vedi che si sta arrabbiando ricordagli:
"Prenditi il tempo che ti serve e se lo desideri, c'è il tuo angolino, il tuo giardino, cammina, fai ciò che ti aiuta e poi ne parliamo e troviamo una soluzione."
I bambini adorano le routine, trovano sicurezza nelle abitudini, per cui creare delle azioni da ripetere nei momenti di difficoltà, dà loro un senso di benessere e sicurezza.
Che sia chiaro, tutto questo aiuta a vivere meglio queste situazioni, ma se prima non le vai a regolamentare con un patto educativo chiaro ed anticipato, non si riesce a risolvere il problema che sta all’origine della sua rabbia.
Se ogni volta che è ora di lavarsi i denti si infuria, è necessario che tu vada a pianificare un intervento su quello specifico argomento, seguendo lo schema del METODO 3x3.
Idem se si arrabbia per i compiti, la tv, il cellulare, la condivisione dei giochi o i vestiti della mattina.
2) Devo stargli vicino o è meglio che mi allontani finché è arrabbiato?
Dipende dal bambino, dalla sua età e dal suo modo di esprimere la rabbia.
Se il tuo tatino ha bisogno di stare da solo, lasciagli spazio e digli:
“quando hai bisogno di un abbraccio o di fare due chiacchiere io sono qui”.
Ci sono infatti dei bimbi che hanno bisogno dei loro momenti di solitudine e se ci si avvicina, anziché calmarsi, si innervosiscono ancora di più.
IMPORTANTE: EVITA ACCURATAMENTE FRASI TIPO:
“vai di là, calmati, e torna solo quando ti è passata”.
Trasformala in:
“prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno, poi ne parliamo. Io sono qui”
Altri pargoli invece vanno in una sorta di panico se il genitore si allontana. Bene, se il tuo bimbo fa parte di questa categoria, stagli accanto con serenità.
Il contatto fisico dipende dalle sue esigenze: spesso non vogliono esser toccati, ma altre volte amano essere presi in braccio. Se hai un tatino piccino puoi prenderlo in braccio o semplicemente abbracciarlo e nel frattempo cullarlo.
CULLARE I BAMBINI, MAGARI CON UN SOTTOFONDO DI CANTILENA MONOTONA, HA UNA FUNZIONE SUPERCALMANTE.
Insomma, la necessità di spazi o di contatto dipende assolutamente dai bimbi.
IMPORTANTE: EVITA DI ANDARTENE VIA ARRABBIATO lasciandolo da solo per punizione.
Non è un buon metodo educativo: o lo fa dispeare ancora di più, o smette di piangere per paura.
Niente di buono, in entrambi i casi.
Se invece tuo figlio alza le mani e ti manca di rispetto, non rimanere lì a prendertele. Per nessun motivo.
Se hai bisogno di sapere come gestire le botte, contattami.
3) va bene se gli dico di prendere a pugni un cuscino?
Una cosa che generalmente i genitori di bambini più piccoli tentano di fare, con delle buonissime intenzioni ma in modo assolutamente inadeguato e non utile, è invitare i bambini a urlare, picchiare i cuscini o battere i pugni sul letto. Nella nostra testa, l'intenzione è di far sfogare il bambino, ma purtroppo, dal punto di vista neurobiologico, questa non è una scelta adeguata.
Perché?
Perché c'è una tendenza del nostro cervello e del nostro fisico ad allinearsi. Siamo costruiti in modo tale che le nostre emozioni, la postura, l'atteggiamento e il comportamento del corpo tendano ad essere coerenti.
Infatti, si è visto che mettendo una penna tra le labbra e forzando gli angoli della bocca verso l'alto, tenendo questa posizione per un po', si migliora l'umore proprio perché si assume una posizione di sorriso, obbligando le emozioni ad allinearsi con la postura della bocca. Questo accade anche quando cominciamo a dare pugni, calci, a urlare o a adottare atteggiamenti battaglieri che invitiamo i nostri bambini a usare.
Cosa succede?
Se io, dopo ogni scoppio di rabbia, do calci o combatto, anche solo contro un letto o dei cuscini, sto predisponendo il corpo alla battaglia. Questo non calma l'emozione, ma, anzi, la alimenta, creando un allineamento tra azione ed emozione. Quindi, quando l'azione simula la guerra, l'emozione diventa molto più affine a un sentimento di rabbia, adatto alla guerra stessa.
Perciò, quando vi invito a creare una routine che faccia bene al bambino – come leggere, ascoltare musica, disegnare, passeggiare o anche giocare – in queste routine non è compresa l'emulazione di gesti usati nella lotta e nella battaglia. Perché, invece di sfogare come pensiamo, in realtà queste azioni incentivano ulteriormente la rabbia.