Per sapere che genitore sei, fatti questa domanda

in che direzione stai andando?


C’è un modo per capire se stiamo utilizzando un buon metodo educativo?


C’è un campanellino d’allarme per mettere in discussione le nostre scelte genitoriali?


Come possiamo capire se come genitori stiamo mettendo in atto dei comportamenti efficaci oppure no?


Ecco una buona formula per cominciare ad avere qualche utile risposta:


  • Se vi sentite in balìa di vostro figlio, 

  • se sentite di subire le sue reazioni, FERMATEVI. C’è qualcosa da rivedere.

  • Se quando fa i capricci, si oppone, o peggio, si ribella con le parole o addirittura fisicamente, vi sentite di subire e di non sapere cosa fare, prendetevi qualche attimo.

  • Se a volte vi sentite quasi ricattati dalle sue parole o dalle sue reazioni, e percepite che sta comandando lui, 

  • se avete la sensazione che state “camminando in punta di piedi” perché temete la sua reazione, STOP!


Dobbiamo prenderci un attimo per fare qualche riflessione.


È assolutamente naturale avere tutta una serie di emozioni complicate di fronte all’opposizione del figlio, ma è davvero importante che siamo noi ad avere la guida della situazione.


Fino a che i figli non raggiungono l’età adulta è necessario, per la loro crescita, la loro evoluzione ed il loro benessere, avere una relazione verticale con loro.


I figli hanno bisogno di genitori che li guidino.


Una relazione paritaria o peggio una relazione in cui siano loro a comandare, non funziona. 

O meglio, funziona per avere figli agitati, aggressivi e senza le necessarie competenze sociali. Serve ad avere una famiglia poco serena e poco armonica dove il nervosismo, la confusione e i litigi sono più numerosi dei momenti di benessere.


I bambini non possono comandare. 

Gli adolescenti non possono comandare.


Se permettiamo loro di farlo e come se consentissimo a qualcuno di guidare una macchina senza patente.


È difficile per noi scegliere e gestire le situazioni, come possiamo pensare che siano in grado di farlo loro?


Inoltre, da una punto di vista neurobiologico hanno delle parti del cervello ancora immature.

La corteccia prefrontale, non ancora completamente sviluppata, non permette loro di leggere bene le conseguenze delle loro azioni, non permette loro di valutare i pericoli, non permette loro di leggere bene le esigenze degli altri.

  • Se comandano loro, faranno scelte basate sul piacere immediato e non sul vantaggio futuro. 

  • Se scelgono loro non avranno modo di sviluppare competenze più complesse.

  • Se scelgono loro non impareranno le regole sociali.

  • Se scelgono loro guideranno la famiglia verso situazioni di malessere.

Ed è giusto co

Non è loril compito di guidare . È nostro. 

E se lo facciamo bene, consentiamo loro di sviluppare e maturare tutte le aree cerebrali, se non lo facciamo, impediamo questo sviluppo.


Questo ovviamente non significa che decidiamo sempre noi, non significa essere autoritari, non significa non avere confidenza, complicità, intimità.


La buona guida genitoriale non implica urla e minacce, non esclude momenti di gioia, di gioco e di confidenza. Anzi.

Sono momenti essenziali nella relazione coi figli.


Coi figli si gioca, si parla, si scherza, ci si prende in giro, si è complici, ci si confida. Ci sono situazioni in cui va bene che loro prendano le loro decisioni in piena libertà, argomenti di autogestione, di autonomia e di responsabilità.


Ma non dobbiamo mai sentirci in balìa delle loro reazioni.

Se sentite che temete la loro rabbia, che temete i loro capricci, che sono le loro reazioni a comandare le dinamiche della vostra famiglia, è assolutamente necessario trovare il modo per riprendere la guida.


Se la lasciate a loro purtroppo le cose sono destinate a peggiorare.

Se la prendete voi, guidate la macchina nella direzione che desiderate.


I bambini faranno sempre capricci, gli adolescenti si opporranno, i figli proveranno a spostare i paletti e a volte proveranno anche a mancarvi di rispetto.


Ma noi dobbiamo osservare la situazione e sapere come fare a gestire quel capriccio, capire e contenere quell’opposizione, mettere confini ben chiari ad ogni tentativo di mancanza di rispetto.


Per capire a che punto siete nel vostro cammino genitoriale, chiedetevi questo: ho in mano io la situazione o sento che a volte sono in balìa delle reazioni di mio figlio e non so cosa fare?


Se sentite che le dinamiche famigliari sono guidate prevalentemente dalle sue reazioni, prendetevi un attimino di tempo, e cercate nuove informazioni per prendere in mano la situazione e guidare la crescita del vostro tatino.


Ci sono i modi.

Basta solo conoscerli ed allenarsi un pochino.


Dobbiamo sentire che governiamo noi, che guidiamo noi, che capiamo, accogliamo, ma sappiamo anche cosa fare, con sicurezza, autorevolezza e serenità.


In questo modo i nostri energici pargoletti avranno una guida ed impareranno tutte le competenze che servono per diventare un adulto sereno, equilibrato e sicuro.


Per informazioni  scrivetemi qui.








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