Due strade che si incontrano: libertà individuale e legame di coppia nella fase adulta

Io e Noi: un legame da valorizzare

Sempre più spesso, in terapia incontro coppie tra i 45 e i 55 anni con figli ormai abbastanza grandi, dalla fine delle elementari all’inizio delle superiori. Portano difficoltà molto simili e, quasi sempre, è la donna a chiedere aiuto per la coppia. In questa fase del ciclo di vita molte madri si accorgono di aver dedicato per anni quasi tutte le energie alla famiglia, sacrificando la carriera, il tempo libero e quelle parti di sé più leggere e vitali. Nel frattempo i mariti hanno investito soprattutto nella crescita professionale, assumendo il ruolo di garanti economici.

Quando i figli diventano più autonomi, qualcosa cambia: le madri esprimono il bisogno di recuperare spazi personali e, allo stesso tempo, richiamano il partner alla relazione di coppia, chiedendo momenti condivisi o almeno una presenza più costante nella vita dei figli. Gli uomini spesso restano spiazzati: è come se all’improvviso venisse chiesto loro di rivedere ruoli che la coppia aveva costruito — esplicitamente o implicitamente — nel corso degli anni.

In questi momenti diventa fondamentale ricordare che, prima di essere genitori o lavoratori, siamo persone. A volte uno dei due ha messo da parte passioni, desideri e tempo di leggerezza, quasi temendo che questi aspetti fossero incompatibili con la serietà del ruolo familiare. Ma recuperarli è essenziale per ritrovarsi come coppia: significa tornare a toccarsi, a guardarsi come quei due giovani che si erano scelti.

Provo spesso tenerezza nel vedere come, proprio mentre i figli iniziano a uscire, a coltivare amicizie e primi amori, i genitori si ritrovino a chiedersi: “Noi dove siamo rimasti? Ci riconosciamo ancora?”.

Ricordo una metafora ascoltata durante la mia formazione e che uso spesso: la coppia dovrebbe essere come un armadio a tre ante. In una c’è la vita di lei, nell’altra quella di lui e, al centro, l’anta della coppia, che custodisce ciò che li ha fatti incontrare e scegliere. Mantenere vive tutte e tre le ante permette non solo di non perdersi, ma anche di mostrare ai figli che un adulto non è solo genitore o lavoratore, ma una persona intera, capace di desideri, passioni e relazioni significative.


Avere passioni proprie e spazi personali — amicizie, sport, interessi — evita che un individuo si concentri esclusivamente sulla coppia o sulla famiglia. Questo aiuta anche i figli a separarsi più facilmente dai genitori, che non sentiranno di “meritare un risarcimento” per i sacrifici fatti: “Mi sono sacrificato per te, quindi mi aspetto che tu soddisfi le mie aspettative”. Nulla è più pericoloso.

Nella coppia emergono talvolta timori di perdita dell’altro, che possono tradursi in un ricatto — conscio o inconscio — del tipo: “Se non mi prendo tempo per me, non lo prendi nemmeno tu”. Ma poter vivere tempi e spazi individuali è fondamentale: insegna ai figli che ci si può allontanare ogni tanto per essere, poi, più vicini. E non è affatto un paradosso.

Auguro alle coppie di potersi sostenere nelle reciproche  piccole e grandi libertà, che inevitabilmente possono portare a riscegliersi, perché “ li dentro” mi sento riconosciuta e riconosciuto. Perché una coppia che respira come due persone intere è una coppia che può continuare a scegliersi nel tempo.


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