La noia negli adolescenti e negli adolescenti gifted: un’emozione sottovalutata

Adolescenti con QI elevato

Quando si parla di adolescenza, spesso si pensa a ribellione, ricerca di autonomia e bisogno di appartenenza. Se poi parliamo di adolescenti gifted – cioè ragazzi con alto potenziale cognitivo, creatività fuori dalla norma o particolari talenti – entra in gioco un aspetto che raramente viene affrontato con la giusta attenzione: la noia.

Molti adulti liquidano la noia come una fase passeggera o come mancanza di stimoli. In realtà, per un adolescente, sopratutto per gli adolescenti gifted la noia può diventare un’esperienza dolorosa e totalizzante. Non si tratta solo di “non sapere cosa fare”, ma piuttosto di un mancato allineamento tra i propri bisogni cognitivi ed emotivi e ciò che l’ambiente propone.

A scuola, ad esempio, un ragazzo ad alto potenziale può percepire le lezioni come lente, ripetitive, prive di sfida. Ciò che per i compagni è complesso e impegnativo, per lui può sembrare banale e privo di senso. Questa discrepanza può portare a frustrazione, disinteresse e perfino a comportamenti provocatori o di ritiro.

La noia può essere paragonata ad una medaglia, c’è un lato negativo in cui si osserva un  calo motivazionale, ansia, rabbia, senso di alienazione, in particolare uno  adolescente gifted può sentirsi “intrappolato” in un mondo che non gli offre sfide né riconoscimento.
C’è anche un lato Positivo: se la noia viene accolta e trasformata,  può diventare una spinta alla creatività. In assenza di stimoli esterni adeguati, il ragazzo può cercare stimoli interni: inventare, immaginare, progettare, esplorare nuovi interessi.
Gli adulti devono accompagnare gli adolescenti a scoprire questo lato della medaglia riconoscendo  il bisogno di complessità, di libertà e di profondità, aiutando a trasformare la noia da peso a opportunità.

Un altro aspetto spesso trascurato è la dimensione emotiva. Gli adolescenti  vivono le emozioni con un’intensità i gifted maggiore dei propri coetanei. La noia, quindi, non è una semplice sensazione di vuoto, ma può assumere i toni del malessere esistenziale: “Che senso ha tutto questo?”, “Perché devo ripetere cose che già so?”. È un disagio che può avvicinare a domande filosofiche, talvolta troppo grandi per essere affrontate in solitudine.

Quali sono quindi le strategie per trasformare la noia in opportunità?

Innanzitutto offrire sfide adeguate: progetti di approfondimento, letture avanzate, laboratori creativi e gradualmente favorire l’autonomia,  permettendo al ragazzo di scegliere come approfondire i propri interessi.
Stimolare il ragazzo a coltivare la creatività, valorizzare i suoi interessi e passioni: arti, scrittura, musica, programmazione: spazi in cui la mente possa esprimersi senza limiti. E infine ricordarsi sempre di non  banalizzare la noia, ma riconoscerla come un segnale importante dei bisogni interiori.

L’ adolescente si sta tuffando in una nuova dimensione e un ricercatore che sta osservado le proprie vie e l’adolescente gifted amplifica tutto questo per cui  la noia non è solo una pausa dalla vita quotidiana: è un messaggio: ci parla del bisogno di sfida, autenticità e senso. Ignorarla significa rischiare di soffocare un potenziale; ascoltarla, invece, può aprire la strada a una crescita più consapevole e creativa. 

Non sempre per un genitore affiancare il proprio figlio risulta semplice, il supporto che si deve dare richiede molto ascolto, comprensione e pazienza e si vive  il timore di sbagliare o di sentirsi inadeguati, in questi casi l’aiuto che può dare uno specialista diventa fondamentale per i genitori  per trovare sicurezza e supporto per  una risposta concreta ed esauriente per il proprio figlio e per un percorso mirato con l’adolescente, in particolare gli adolescenti gifted per  trovare nella relazione educativa con lo specialista un confronto diretto di fiducia e sicurezza che gli permette di sviluppare quella crescita utile a comprendere le richieste che fanno gli adulti intorno a lui, in particolare i genitori e gli insegnanti.



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