Il piede, tra meccanica ed attività nel contesto posturale

Dott. Bartolomeo Fasano

Il piede connette l’uomo con il mondo, facendosi carico dell’intero corpo, assumendosi una grossa responsabilità, nell’intento di garantire una stabilità ottimale, sia in statica sia in dinamica.

Il piede è annoverato di fatti tra i più importanti recettori del sistema tonico posturale, ma troppo spesso non assolve al meglio a tale compito recettoriale a causa di problematiche dirette che lo interessano o per colpa di strutture anatomiche superiori che hanno perso la propria fisiologia.

Un piede disfunzionale dunque, oltre a poter creare delle problematiche di equilibrio, innesca una catena di eventi che vanno a discapito delle articolazioni superiori, come caviglia, ginocchio o anca, influenzando negativamente la deambulazione.
Alla base di tutto ciò ovviamente regnano i compensi antalgici, per permetterci di condurre in modo discreto le funzioni quotidiane, con meno dolore possibile e mantenendo buon livelli di equilibrio ed efficienza.
Allo stesso tempo però bisogna vedere il compenso antalgico come qualcosa di negativo, in quanto ci porta inevitabilmente verso la strutturazione di nuovi schemi posturali, ovviamente errati e di difficile riprogrammazione qualora non ci fosse una gestione adeguata del problema.

Di fondamentale importanza è il discorso del recettore podalico in età pediatrica.
I bambini dovrebbero essere lasciati quanto più possibile liberi di muoversi a piedi nudi, in quanto ciò aumenta la padronanza del corpo e permette di conoscere meglio il mondo che li circonda, essendo i piedini i primi sensori con cui i piccoli iniziano ad esplorarlo.
Il contatto del piede nudo con la superficie d’appoggio favorirà nel tempo una maggiore stabilità ed una maggiore autonomia nella deambulazione.

Sarebbe bene anche evitare, quando sono ancora molto piccoli, di pilotarli eccessivamente nel tentativo di farli camminare, spinti dal desiderio di vederli il prima possibile autonomi.
Così facendo non si fa altro che ingannare la percezione del bambino, in quanto il cervello riceverà informazioni diverse rispetto a quelle che arriverebbero se fosse autonomo.
Quindi non vanno imposti dei tempi, ma bisogna rispettare i tempi fisiologici di ogni bambino.
Inoltre, il tenere perennemente imprigionati i piedi nelle scarpette o l'essere a contatto sempre con superfici completamente piatte e solide, non è sicuramente positivo in chiave di prevenzione del piattismo.

Per questo motivo è consigliato, soprattutto nel periodo estivo, far camminare i bambini sulla spiaggia ad esempio o in generale su superfici morbide, per favorire la prensilità del piede, migliorare la sensibilità nell’appoggio, la percezione del proprio corpo e, di conseguenza, migliorare la deambulazione.

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Dott. Bartolomeo Fasano 
Fisioterapista – Posturologo Mèziérista – Chinesiologo


BIBLIOGRAFIA

• “Il piede” – R. Paparella Treccia

• “Piede, equilibrio e postura. Attualità in posturologia del piede” – P. Villenuve

• “Studio pressorio del piede e del passo. Principi e applicazioni pratiche” – L. Russo 


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