Oggi parliamo di uno dei metodi di allenamento mentale che utilizzo nel mio percorso AllenaMenti Vincenti: il training autogeno. Questa tecnica è stata ideata nel 1932 dallo psichiatra tedesco Schultz.
La maggior parte delle persone pensa al training autogeno come a un tipo di meditazione, ma è davvero molto di più. È un potente strumento per l'auto-miglioramento, per aumentare il focus e la capicità di concentrazione e se sei tra le persone per cui è indicato l'utilizzo di questo metodo, può aiutarti a raggiungere più facilmente e con più velocità qualsiasi obiettivo che ti sei prefissato. Per scoprire se sei tra coloro a cui conviene lavorare sul training autogeno, ti invito a scaricare la mia guida gratuita AllenaMenti Vincenti.
L'allenamento autogeno può essere fatto ovunque e non richiede attrezzature o forniture speciali. Tutto ciò di cui hai bisogno è un posto tranquillo per rilassarti e concentrarti sui tuoi obiettivi. Puoi farlo ogni volta che hai qualche minuto da dedicare a questa attività: sono sufficienti 10/15 minuti al giorno. Più che la quantità, è importante la costanza: meglio 3 volte a settimana 15 minuti che 1 ora una volta a settimana. Assicurati di essere coerente nei tuoi sforzi e inizierai a vedere risultati.
Il training autogeno si divide in due gruppi di esercizi: ciclo inferiore e ciclo superiore. Gli esercizi del ciclo inferiore di cui parlo nel mio metodo, perchè efficaci per l'atleta, sono: pesantezza, calore, cuore, respiro e fronte fresca.
Gli esercizi si possono attuare in posizione sdraiata o posizione seduta. In genere, soprattutto agli inizi, la posizione preferibile è quella sdraiata: con l'allenamento si troverà efficace anche praticare da seduti.
Il primo passaggio è l’acquisizione della respirazione che generalmente è una respirazione diaframmatica e profonda che ossigenando i tessuti induce un primo stato di rilassamento psicofisiologico.
Il training autogeno si basa su esercizi di concentrazione, durante i quali l’atleta si ripeterà alcune frasi e parole inducendo dei reali cambiamenti nel proprio corpo, quali la distensione muscolare, la diminuzione della tensione, e una sensazione di profonda calma.
Il primo passo consiste nell'esercizio della Pesantezza, durante il quale il soggetto deve immaginare che il proprio corpo diventi pesante, generando una sensazione di pesantezza, associata a un importante rilassamento muscolo-scheletrico.
Il secondo esercizio, quello del calore, mira invece al rilassamento del sistema vascolare: attraverso l’immagine del calore che si sviluppa gradualmente in tutto il corpo, si ottiene una reale dilatazione dei vasi sanguigni.
A questo punto si inizia a raggiungere un primo livello di calma, che l'esercizio successivo rende ancora più profondo. In questo step l'atleta penserà al battito del suo cuore come calmo e regolare. Questo esercizio permetterà di regolare il battito cardiaco, riducendo molto anche l'emotività dell'atleta. Se è infatti vero che quando siamo agitati il cuore batte più forte, è anche ormai dimostrato scientificamente che se riusciamo a ridurre il battito cardiaco, automaticamente l'emozione si ridurrà.
Il quarto esercizio si concentra sul respiro, cercando di indurre un respiro calmo e regolare, sempre più profonda, simile a quella che abbiamo nel sonno. In questa fase molti atleti riferiscono un vuoto mentale, i pensieri distraenti iniziano a sparire e la calma è sempre più profonda.
L'ultimo degli esercizi è quello della fronte fresca: quasi tutti noi infatti associamo alla testa sensazioni di disagio con il calore, mentre la sensazione di fresco è quella che favorisce sensazioni piacevoli. Alla fine di questo esercizio l'atleta sarà profondamente calmo e rilassato; avrà inoltre migliorato notevolmente le sue capacità di concentrazione.
Applicare tutto questo metodo può essere noioso se segui la metodologia tradizionale. Per questo io ho preparato un percorso di training autogeno che può essere molto più piacevole. Se vuoi approfondire queste tematiche, ti invito a scaricare la mia guida gratuita qui.