Una grande bottiglia si caratterizza soprattutto dal “terroir” nel quale viene prodotto il vino, dall’assemblaggio delle uve e soprattutto dall’annata.
Parleremo in una prossima occasione della nozione di “terroir”, che non si limita all’ubicazione geografica, al microclima, all’esposizione, ma a molto di più.
Una buona annata lascia presagire un potenziale d’invecchiamento in bottiglia e che il vino arriverà al suo apice dopo anni oppure anche decenni dall’imbottigliamento.
Quando nasce il concetto di vino invecchiato?
La nozione di millesimato è quindi antica quanto il vino europeo.
Da più di 2000 anni l’Uomo lascia che il tempo affini piano piano questo nettare per il suo più grande piacere.
Oggi però possiamo chiederci se un Bordeaux prodotto in era contemporanea avrà il medesimo potenziale di invecchiamento di un Bordeaux prodotto negli anni ’50.
Le ragioni di mercato sembrano avere la meglio e consegnarci vini, anche pregiati, di beva molto più pronta. Il risultato qualitativo non può essere paragonabile, a mio parere, rispetto ad un vino che è stato custodito per trenta o quarant’anni, maturando lentamente nell’oscurità di una cantina, a temperatura stabile.
Questo è spesso un argomento di vivace discussione sia tra i produttori che tra i consumatori appassionati.
Personalmente penso che sia necessario insegnare alle nuove generazioni a scoprire, o riscoprire, il miracolo dell’invecchiamento e avrò modo di organizzare delle degustazioni su questo tema.
Uno dei principali problemi riscontrati dai grandi produttori è proprio che spesso i loro vini sono consumati troppo giovani, quando non hanno ancora potuto esprimere tutto il loro potenziale qualitativo. Impariamo ad aspettare il lavoro fatto dal tempo per poter gioire al meglio del frutto che ci dà il vigneto.
Nella loro saggezza i nostri antenati, fin dai tempi dagli antichi romani, già rispettavano questa regola!
