Perchè per manifestare c'è bisogno del tempo?

L'energia crea la realtà, ma c'è bisogno di un certo lasso di tempo affinchè la realtà desiderata si materializzi. Perché?

Il lasso di tempo che intercorre tra l'energia e la sua manifestazione, quindi tra una causa e il suo effetto, potremmo definirlo come la nostra esistenza, la nostra vita, la nostra realtà materiale, proprio perché, nella nostra dimensione, esiste il tempo.

Il tempo, da un punto di vista spirituale è proprio questo, la distanza tra le cause e i suoi effetti.

Viviamo in una dimensione temporale proprio perchè deve esserci questo meccanismo di causa ed effetto.

Ma perchè esiste un tale meccanismo?

Perché altrimenti noi non avremmo il libero arbitrio.

Se nel momento in cui io faccio un'azione, una qualunque azione, ne sperimento subito gli effetti, ne pago subito le conseguenze, buone o cattive che siano, ecco che non avrei più scelta.

A quel punto il mio modo di agire sarebbe assolutamente meccanico.

Ad esempio, se io metto la mano sul fuoco, mi scotto subito, quindi io la mano sul fuoco non ce la metto più.

Quando eri bambino hai imparato questa cosa scottandoti per la prima volta.

Anche perchè il bambino deve sperimentare, quindi, per quante volte gli viene detto di non mettere la mano sul fuoco, lui lo dovrà fare, prima o poi, per sperimentarne gli effetti, perchè è curioso.

In questo mondo anche noi adulti facciamo la stessa cosa.

Ci viene detto che certe cose ci fanno bene e altre male, ma vogliamo sperimentarle da soli, cioè vogliamo avere la libertà di comprendere da noi stessi.

Se per ogni cosa che facciamo sperimentassimo subito gli effetti, non impareremmo da soli, sarebbe una conoscenza istintiva, così come ormai non mettiamo più la mano sul fuoco, è istintivo.

Ma in questo modo non si sviluppa più il libero arbitrio, perché non potresti più scegliere se fare o meno una determinata azione, perché ne pagheresti subito le conseguenze.

Ogni mia azione potrà produrre un bene o un male, ma non vedrò subito gli effetti di tutto ciò.

In questo modo posso decidere liberamente di agire e deve nascere da dentro di me l’impulso di analizzare il mio comportamento e comprendere se esso produce un bene o un male.

Se, come per la mano sul fuoco, sperimento subito il dolore, imparo subito a non fare quella determinata azione.

Se invece non lo sperimento subito, ma quel dolore viene ritardato nel tempo, in modo che non riesco a collegare la mia azione passata come causa di un presente dolore, ecco che sono libero di agire come voglio.

Nessuno mi costringe a fare il bene o il male, ma è qualcosa che devo necessariamente scegliere e comprendere io.

Tutto ciò fa parte del processo evolutivo spirituale che ci porterà ad essere delle divinità creatrici, che non agiscono a capriccio, ma che fanno ciò che è giusto, perchè vogliono fare solo ciò che è giusto, e per imparare cosa significa fare la cosa giusta.

Ecco perché viviamo in una dimensione temporale, dove esiste questo lasso di tempo tra la causa e l'effetto, tra l'energia e la manifestazione della realtà.


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