Come rimproverare tuo figlio senza farti prendere la mano dalla rabbia

scopri come la tua rabbia può influire sulla reazione di tuo figlio

IL MESSAGGIO È CIÒ CHE L’ALTRO  CAPISCE QUANDO IO PARLO O SCRIVO, NON CIÒ CHE IO INTENDO DIRE

C'è una mappa che ci può indicare quando stiamo educando in modo corretto? Potrebbe suonare così:

  1. PARLI SENZA URLARE
  2. RIMPROVERI SENZA UMILIARE
  3. DAI LE REGOLE QUANDO SEI CALMO 

Il  sistema  della  rabbia nell'adulto  può  essere  attivato  da uno o più tra questi fattori:

Irritazione  fisica:  ferita,  dolore cronico, fasi acute

frustrazione  per  limitazioni:  carenza  di  rapporti  sessuali,  fame  o  sete     

limitazione  del  sistema  del  PIACERE  :    quando  un  soggetto  viene  privato  di  qualche  cosa  di piacevole  si  generano  sensazioni  di  limitazione  o  blocco  della  libertà  e  della  gioia  di  vivere                             

limitazione  del  sistema  della  CURA/AFFETTO:  per  privazione  dell’amore  e  dell’affetto,  che rappresentano  dei  valori  profondi  e  importanti  della  vita. 


Come fare per non farci prendere la mano? Partiamo per gradi: ci arriveremo per piccoli step e senza intoppi! 

Scegli le parole 

Come nella quotidianità esistono parole positive, allo stesso modo, esistono parole – e insiemi di parole – che, se utilizzate male, possono rivelarsi dei “veri e propri killer”!

La comunicazione è un processo o un’  interazione che prevede l’invio di  una informazione o messaggio da  un emittente a un destinatario. La questione fondamentale sta nello spazio che intercorre tra l’emittente ed il ricevente.

Ognuno interpreta la realtà decodificandola secondo una mappa di rappresentazione personale determinata da:

  1. aspettative e  proiezioni  ("non voglio che soffra come ho sofferto io da piccola")              

  2. stereotipi e pregiudizi ("testardo come un mulo, figurati se mi ascolta")  

  3. esperienze  personali  ("con l'altro figlio cedevo subito, ma con il secondo non succederà")    

  4. convinzioni   ("le femine ascoltano più dei maschi, sarà più semplice")                       

Possiamo usare un linguaggio in cui le parole chiavi   si riassumono in due espressioni: “per piacere” o “grazie”. 

Esempio : (la mamma verso il bimbo): "Alex quando entro in camera tua e vedo i libri per terra, le scarpe da ginnastica sul letto e la maglietta dell'allenamento che spunta da sotto il letto, (=osservazione senza giudizio), mi arrabbio e mi viene il nervoso (=esprimere sentimenti) perchè il disordine mi mette a disagio e ho bisogno di sentirmi bene in tutta la nostra casa (= esprimere bisogni). Sistema e raccogli tutti i vestiti dove vanno messi prima di venire a cena =(esprimere richieste).

Questo è solo un piccolo esempio: le parole possono aprire finestre o costruire muri.

Il tono della voe trasmette le tue emozioni più profonde

Il tono di voce di mamma e papà sono fondamentali per educare. Le parole “per piacere” o “grazie” sono parole che non possiamo pronunciare da arrabbiati o urlando; se vogliamo che arrivi all'altro il vero significato di queste parole il tono di voce verrà naturale. La voce è un potentissimo mezzo di comunicazione, ma serve conoscerla, saperla utilizzare, impostare, e modulare all'occorrenza. Anche i genitori hanno bisogno di riscoprire questa funzione per poter esercitare il ruolo di educatori e, proprio per questo motivo il tono della voce è indispensabile per veicolare la giusta informazione al bambino. Il problema è che  quando arriva la rabbia purtroppo non riusciamo a modulare la nostra voce, non riusciamo ad usarla e a scoprirne le faccettature. Cioè non riusciamo ad usarla in modo consapevole e corretto. Più i bambini sono piccoli più è elevata la sensibilità al suono e al tonoe non si hanno ancora le competenze necessarie a filtrare i contenuti. Per farsi comprendere dai bambini così piccoli si deve parlare lentamente, in modo chiaro, a volume basso e facendo diverse pause, in modo da permettere al bambino di immagazzinare ed elaborare il messaggio che stiamo cercando di inviargli. 

Ricordi l'ultima volta che sei riuscito a fare questo anche se eri arrabboato? Sei riuscito a tenere il tono basso, fermo e a mettere delle pause mentre parlavi, pause che reavano lo spazio per far sentire accolto e ascoltato tuo figlio. Il bambino, davanti a questo comportamento,  è in grado di recepire il messaggio e questo lo tranquilliezzerà e lo porterà a reagire senza pianto e senza capricci. 

In fin dei conti è così anche per noi adulti. Se una persona, per esempio, ci dice di prendere un oggetto con tono soave, calmo, sottomesso, la cosa non ci turba, se ce lo dice urlando e con tono perentorio, la reazione sarà diversa.


Il corpo parla

Il primo modo per creare fiducia è quello di abbassarsi fisicamente al livello dei nostri figli: è un fatto che aiuta immediatamente a comunicare.   I bambini si esprimono liberamente e più chiaramente con la mimica piuttosto che con le parole, specialmente quando sono molto piccoli.  È più sicuro dire che il linguaggio del corpo rappresenta una percentuale importante del significato che si trasmette e interpreta tra due persone. Molti esperti  del linguaggio del corpo sembrano concordare che tra 50-80% di tutte le comunicazioni umane siano non verbali.  Ricordi quando hai visto una persona per la prima volta e ti sei formato  un’opinione forte a prima che dicesse una sola parola? Quando una persona vuole raggiungere un obiettivo, attiva tutte le proprie risorse, in modo da riuscire; addirittura il cervello viene attivato in tutte le sue parti! Un esempio?  Le risonanze magnetiche, ad esempio, evidenziano che, quando c’è motivazione, i neuroni sono interconnessi in modo molto fitto.

La serotonina, la dopamina, e l’adrenalina (i neurotrasmettitori) entrano velocemente in circolo e potenziano tutte le funzioni mentali e la loro efficacia. Dal punto di vista fisiologico si riattiva l’energia del corpo, che sostiene e migliora anche l’attivazione della mente.  Il centro del piacere si accende e tante emozioni positive irradiano il corpo. 

La postura del corpo rilassata e lo sguardo premuroso, dicono che vuoi condividere e ascoltare il tuo abmbino che ti parla, senza voler dare sentenze o valutazioni. 

Se riesci a far comprendere a tuo figlio il messaggio: “Ti sto parlando, ti ascolto senza pregiudizi e fermo nella mia posizione ” trasmetterai la stessa fermezza che suscita una meraviglisoa quercia millenaria , quando la guardi dal basso verso l’alto. Ricordi la sensazione di potenza? Ecco, proprio quella!

Se invece dovesse trasparire un’insicurezza o un’incertezza nel tuo sguardo, quella costituirà una crepa nella quale tuo figlio cercherà di insinuarsi con tutte le sue forze. Lo farà senz amalizia o volontà ma ne sartà talmente attratto da non poter resistere!  

Se tuo figlio, per prima cosa, non rispetta la regola che hai chiesto, ripeti la regola data e mantieni l’atteggiamento tranquillo al quale ti eri preparato. 


Mi presento! Sono Federica Ciccanti, una Pedagogista e Pedagogista Clinico

Ho scritto il libro Regole Facili (genitori felici e figli anche) per chi, come te, vuole educare il proprio figlio ai valori e sa che non c’è tempo da perdere! Nel mio libro spiego punto per punto il sistema per impaarre a dare correttamentre le regole a tuo figlio. 

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