Insegnare la competenza sociale a tuo figlio: un investimento a lungo termine

Stai insegnando a tuo figlio come stare con gli altri

In educazione è tutto importante e non c’è un aspetto che possiamo volontariamente tralasciare: dalla socializzazione all’educazione, dalle emozioni alla cura del corpo, dall’alimentazione alle regole (da dare fin da quando i figli sono piccoli)... e sono certa che anche tu, come genitore, ti occupi di tutto questo! Ma… ricordati bene una cosa: non ci si può dimenticare del perdono, nel rapporto genitore-figlio. “Il perdono? Beh, ma è scontato!” potresti ribattere, eppure ti assicuro che va coltivato!


Cos'è il perdono

Iniziamo con il capirci: cos’è il perdono? Il perdono è un atto d’amore profondo (oltre che un atto di umiltà) di qualcuno nei confronti di una persona che, nel modo di comunicare o nei suoi comportamenti, ha compiuto un errore. Nel rapporto tra genitori e figli, come dicevamo, sembra non vi sia niente di più naturale di questo gesto ma, in realtà, nella vita di tutti i giorni, la situazione si rivela ben diversa. Sento tanti genitori lamentarsi della maggior parte dei comportamenti dei figli, come se tali comportamenti fossero, in qualche modo, “avulsi” dalla famiglia e, come dire… “arrivassero da fuori casa”.

Anche a te succede (o è successo) questo?

Anche tu, a volte, ti senti in seria difficoltà a perdonare interiormente il tuo bambino (o, peggio, tuo figlio adolescente)?

Se la risposta fosse positiva… tranquillo, è normale e i motivi sono tanti e diversi.


Le aspettative

La parola-chiave è “aspettative”, le molte aspettative nei confronti dei figli – anche banali e inconsapevoli, quali ad esempio arrivare a casa e sperare che non vi sia disordine, arrivare a casa e sperare che i bambini non abbiano combinato marachelle, arrivare a casa e sperare che i figli abbiano preso dei voti positivi…

Aspettative certamente umane ma che, se prendono il sopravvento anche sullo stato d’animo del genitore, lo predispongono a una cattiva accoglienza e a un’empatia pari a… zero! Ah, queste benedette aspettative sul comportamento dei bambini…! Ti aspetti che tuo figlio si comporti come gli hai insegnato, giusto?

Ebbene, sì, dopo tanti anni di regole, prediche e ore passate a spiegare come ci si conduce in determinate situazioni... i ragazzi finiscono per ricadere puntualmente su comportamenti inappropriati, proprio quelli che avevi raccomandato loro di modificare! “Come fa a non capire?!” ci si chiede. Vedi, i bambini mettono alla prova quanto dicono i genitori: anche se è difficile da accettare, non è disobbedienza ma apprendimento.

C’è poi l’aspettativa di ricevere riconoscimento e amore dai figli.

“Ricorda di rincasare entro mezzanotte, e non alle due” dici a tuo figlio adolescente che, per tutta risposta, ti offende urlando. Quante volte ti è capitato? Oppure “Sei brutto e cattivo!” ti dice il tuo bambino, quando non gli compri la macchinina che voleva. Storie classiche. Quando non ti senti riconosciuto e amato, c’è il pericolo che tu possa soffrire e, ancor peggio, che tu possa divenire facilmente ricattabile. Ma… ecco che viene in soccorso il perdono con i suoi tre poteri.


Potere 1: la libertà interiore

Evitare di rimuginare sulla malefatta e sul dolore provato ti farà sentire interiormente libero, cioè pronto a staccarti dalla tua rabbia e supportare tuo figlio nella crescita, qualsiasi età lui abbia. È come se si rompesse progressivamente quel cordone che ti tiene legato all’idea che hai di lui in quanto figlio e di te in quanto genitore. L’idealità è un’ottima benzina per raggiungere i tuoi obiettivi, ma quando non ti consente di vedere i bisogni reali di tuo figlio, allora diventa un freno… è come se la benzina si trasformasse in acqua: una volta nel serbatoio, entro qualche chilometro la macchina non funziona più!


Potere 2: testimonial

Quest’affermazione veicola la seguente informazione: “Da te posso aspettarmi solo questo tipo di comportamento, e non altro”. Segnala che, come genitore, l’immagine che ti stai costruendo di tuo figlio è… limitata! Sì, proprio così!

Quando pronunci questo tipo di frase, sicuramente non lo pensi veramente ma, attenzione: se operi questa selezione di parole forse, da qualche parte, anche inconsciamente quest’immagine si sta costruendo. Continuare a rinfacciargli che il suo comportamento è sempre identico, indurrà tuo figlio a comportarsi effettivamente sempre in quel modo, proprio perché lui interpreterà la tua affermazione come una predizione (o previsione): “Da te mi aspetto che ti comporti sempre così”. In questo caso, se involontariamente gli trasmetti che non te li aspetti, sarà difficile per il tuo bimbo scoprire altri comportamenti, altre reazioni. Dal suo punto di vista è come dire: “Non esistono altri modi di fare diversi da quelli che ho attuato finora”.


Potere 3: autorevolezza

È importante che tu senta la rabbia e il dispiacere che ti provoca il comportamento di tuo figlio perché, sì, anche la rabbia è funzionale: ti fa prendere coscienza che qualcosa non è andato nel verso giusto, che tuo figlio non è come pensi e che tu non “funzioni” sempre bene come genitore (e che, forse, stavolta hai proprio sbagliato!). Se la usi per questo, la rabbia è ben utilizzata, ma… scaricarla addosso a tuo figlio – come fa una betoniera con il cemento – è una pessima idea. Perdonare, lasciar andare la rabbia, parlare senza astio né rancore ma con fermezza, ti rende autorevole. Sì, hai capito bene: ti rende credibile in quanto genitore, e tuo figlio, man mano che ti vedrà capace di controllare i tuoi stati d’animo, ti rispetterà di più e porterà il tuo esempio anche fuori di casa!

Ricordati, ora, che l’essere umano impara meglio a replicare una mansione, un lavoro o un comportamento solo se li vede fare da un’altra persona (che è più capace!). In altre parole, tuo figlio imparerà a perdonare se stesso e gli altri (compreso te!) nella misura in cui vedrà te, genitore, che perdoni lui!

E tu, come userai questo preziosissimo tesoro che è il perdono? Ci stai già pensando?

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