Gestire la rabbia… come fare?

Quando controlli la rabbia ritrovi la tua libertà

Quante volte ti sarà capitato di arrabbiarti follemente, senza riuscire a controllarti? Oggi voglio svelarti il vero segreto che ti aiuterà a gestire la rabbia, evitando così anche i “musi lunghi” di tutti.

Sara e suo marito hanno deciso di passare una giornata al mare con i loro tre figli: lei è organizzata – dall’ombrellone al frigo portatile – e non vede l’ora di sistemare ogni cosa e godersi finalmente un buon libro. Sta armeggiando con creme solari protezione 50 ma, anche se non sembra, è attenta a tutto. Suo marito Alex, nel frattempo, ha parcheggiato l’auto nella vicina pineta e sta arrivando, carico di palette e secchielli. I bambini sono sovreccitati e vogliono andare immediatamente a fare il bagno, ma… il “no” di Sara è categorico: dalla colazione non è passata che un’ora, e non si può entrare in acqua. Neanche a dirlo, i figli si mettono a piangere: «Sei sempre la solita! Con te non si può mai far niente!» le gridano.

«Avete appena mangiato, l’acqua è fredda. Rischiate di stare male!» cerca di convincerli la madre. Forse, per questa volta, il “pericolo-capricci” è stato sventato: le argomentazioni sembrano aver sortito un minimo effetto, fino a che… il maggiore dei bimbi, ancora imbronciato, si rivolge ad Alex: «Papà! Posso andare in acqua? Ti pregooo!» e, come gran finale, cade in ginocchio. «Certo, tesoro. Siamo venuti al mare proprio per fare il bagno» risponde il padre.

Ecco, tutti gli sforzi della madre sono stati mandati all’aria. La rabbia le arriva fino alla gola, da cui esce un: «Noo! Cosa fai, Alex?! Gli ho appena detto di no!». Dopo un esasperato “botta e risposta” tra i genitori, Sara si arrabbia e non rivolge più la parola al marito. I bambini, offesi, vanno a posizionarsi vicino al padre ma piangono per un nonnulla e fanno i capricci per il resto della giornata.


Uno dei maggiori problemi che abbiamo quando l’altrui comportamento ci fa infuriare è la gestione della rabbia. Quel “Noo!” di Sara le causerà parecchie difficoltà nel suo essere moglie e mamma, fino a quando non si trasformerà in una frase di senso compiuto da comunicare con chiarezza e, soprattutto, con i dovuti modi.


Se anche tu, come Sara, reagisci alla rabbia esplodendo e poi chiudendoti, imparare a gestirla in modo costruttivo ti porterà innumerevoli vantaggi.


Ti chiederai, ora: “Esiste veramente un segreto? Qual è?”.


Il segreto per gestire la rabbia consiste nell’autorizzarsi a esprimerla

Chi esplode pensa che, il suo, sia già un modo di esprimere la collera: in realtà il malcapitato la sta solo seminando. Esprimerla è tutt’altra cosa.


La rabbia è un’emozione intensa che altera il battito cardiaco, scombussola la frequenza del nostro ritmo respiratorio, produce una contrattura muscolare e fa mal funzionare vista e udito. Provoca subbuglio anche a livello mentale: i pensieri, confusi e scoordinati, non veicolano messaggi sensati per chi ascolta.


Autorizzarsi a esprimere la rabbia significa darle dignità, smettere di reprimerla e arrivare a pensarsi come:

  1. una persona che ha bisogno di essere arrabbiata,
  2. una persona che ha bisogno di esprimere di essere arrabbiata,
  3. una persona che ha bisogno di chiedere di essere ascoltata, nella propria rabbia,
  4. una persona che, in quel momento, ha bisogno di ricevere coerenza, fiducia, considerazione e riconoscimento da parte dell’altro.


“Belle parole – penserai – ma… nella pratica?”


Ecco 3 step che ti aiuteranno a capire cosa puoi fare, prima di esplodere.

1- Ricordi come si dice, “Conta fino a 10 prima di…”? Bene, onestamente io ti consiglio di contare fino a 20. Soprattutto se – come Sara – avevi alte aspettative per qualcosa che, poi, è stata disattesa… è sempre meglio abbondare, nel conteggio!


2- Inizia la tua risposta con un bel: “Mi fa arrabbiare sentirti dire/vederti fare…” e permettiti di esprimere a parole esattamente ciò che ti aspettavi o desideravi – quel qualcosa che, non avendolo avuto, ti ha portato a infuriarti così tanto.


3- Fai una richiesta precisa e ascolta la risposta. Solo quando non pretenderai una risposta, rimanendo invece in ascolto e interiormente disponibile nei confronti dell’altro, riuscirai a pensare: “Wow, mi sto autorizzando!”.


Chi ti è di fronte capirà di averti ferito e sarà più disponibile a scusarsi, dopo averti ascoltato.

E, finalmente, con il giusto allenamento… addio, musi lunghi!


Liti e discussioni sono importanti, sì, ma risultano produttive se – e quando – si utilizzasse l’energia della rabbia per trasformare la relazione con gli altri, creando così nuove intese benefiche per tutti.



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