Mio figlio mi fa fare quello che vuole ma non so come prenderlo

Esistono veramente i “bambini-padroni”? SI!

Esistono veramente i “bambini-padroni”? È mai possibile che certi figli comandino i loro genitori, riuscendo sempre a fare ciò che vogliono?

Se ne hai sentito parlare o (peggio!) vivi questa situazione, fai bene attenzione a quanto ti dirò.

Partirò da un aneddoto personale. Anni fa, un bel giorno, la mia amica del cuore si sentì dire da suo figlio: “Se tu mi volessi davvero bene, mi lasceresti guardare la tv per più tempo… sei la mamma peggiore di tutte!”. Sinceramente, al momento ne rimase turbata (certo, ancora non conosceva le abilità manipolatorie del suo piccolo). Con gli anni e un po’ di esperienza, però, capì che i bambini provano a manipolarci, anche per imparare quali sono i limiti indicati da noi genitori.


Dove lo imparano? Beh da noi!  

Non ti aspettavi una risposta del genere? Facciamo chiarezza con una considerazione di base: anche i genitori “manipolano” i figli per il loro bene utilizzando spesso frasi come: “Se fai il bravo, ti compro/potrai…”. Ricordate, i bambini imparano presto!

Del resto, come non provare a sbrigarsela quando, nei negozi, nostro figlio ne combina di tutti i colori finché noi ci proviamo un vestito? Il tutto, ovviamente, sotto l’occhio vigile della commessa stizzita che prova a bloccarlo, mentre noi gli promettiamo un premio purché stia fermo e ci doni dieci minuti di tranquillità.


 Ma allora... i veri manipolatori sono i genitori?

Procediamo con ordine, senza dare giudizi. I lattanti e i bambini piccoli hanno bisogno di esplorare i limiti del proprio potere. “Posso farla franca, se agisco in questo modo?” “Guarda come si arrabbia, la mamma, quando non voglio vestirmi!” “I miei genitori si innervosiranno quando a tavola non starò seduto composto?”. Prova a pensare quanti altri pensieri di questo genere potrebbero passare per la testolina di tuo figlio.

Provocare e manipolare sono modi per verificare l’importanza e l’intensità di ciò che ci si può aspettare dai genitori.

Dopotutto, se un comportamento non scatena una qualche reazione, non vale la pena ripeterlo!

Solitamente, per esempio, al momento di andare a dormire molti bambini si inventano mille espedienti: “Ho sete”, “Mi scappa la pipì”, “Non mi hai letto la favola”... il tutto per rimandare il momento della nanna. Ti è capitato, almeno una volta? Sono sicura di sì.

I figli sanno toccare le corde giuste e noi crediamo ci sia sempre della verità nelle loro parole, finendo per sentirci colpevoli di qualcosa.


Ma ora veniamo al punto dolente  

Anche i genitori sbagliano, quando dicono frasi come: “Ti lascio guardare un altro cartone, se dopo vai a letto”.


Ti ho rivelato delle dure verità ma, non preoccuparti e ricorda sempre questi pochi concetti.


  1. La capacità manipolatoria del bambino è comunque un segno d’intelligenza e una risorsa. Cerchiamo di non farci innervosire troppo… almeno, non tutte le volte.

  2. La miglior motivazione per un bambino è il piacere personale di gestire un compito: invece di trarlo in inganno, teniamo alto il suo interesse. Mentre acquistiamo il famigerato vestito dell’esempio di poco fa, chiediamogli suggerimenti coinvolgendolo nelle nostre scelte, diamogli l’importanza che si merita.

  3. La manipolazione può essere trasformata, senza inutili atti di forza o alterchi verbali da parte nostra, in una ricerca sensibile e rispettosa di punti di vista alternativi da parte dei bambini.


 Come faccio a mettere in pratica questi consigli? 

potresti infine domandarmi.

Bene, ti lascio quest’ultima “pillola di suggerimenti”.


PASSO 1 Accordiamoci prima che nascano i problemi: parliamo al bambino nei momenti in cui è tranquillo, non aspettiamo di farlo quando è in pieno conflitto.

PASSO 2 Più noi facciamo pressione e “manipoliamo” nostro figlio, più si intensificherà la conflittualità. Offriamogli piuttosto delle alternative.

PASSO 3 Se vogliamo che il bambino faccia qualcosa, non diciamogli: “Fallo!” ma utilizziamo frasi come “Ora è il momento”.

PASSO 4 Lodiamo il nostro piccolo dopo aver ottenuto la sua collaborazione: la comunicazione onesta resta sempre il sistema più efficace che un genitore possa usare.


Buona pratica!

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