Perché tuo figlio non sa gestire correttamente il tempo

Come gestisce il tempo un adolescente

“Perché mio figlio non sa organizzare bene il suo tempo?”

Questa domanda potrebbe risuonare nella tua testa di genitore, ho ragione?

Non perderò tempo e, dopo averti raccontato una breve storia, ti svelerò subito due motivazioni (molto) plausibili.


Greta ha sei anni e mezzo, sta finendo la prima elementare ed è già campionessa regionale di ginnastica artistica. Fin da quando la piccola può ricordare, ha sempre studiato questa disciplina facendo lezione tutti i giorni dalle 14:00 alle 16:00. La bimba è una “scolara modello”: i suoi voti sono altissimi perché tutti i pomeriggi – rigorosamente a partire dalle 16:30 – la mamma le siede accanto e la sprona a fare i compiti. Da brava bambina qual è, Greta sa anche suonare il violoncello perché il sabato prende lezioni da un ex musicista. A messa, la domenica, è proprio lei che accompagna il coro!

I genitori ci hanno sempre giustamente tenuto che la figlioletta abbia anche un bel giro di amicizie: molto spesso infatti accade che, a compiti ultimati, la portino a giocare a casa delle altre bambine; ogni estate, poi, è sempre in giro tra campi-scuola e scout.

Anni dopo, all’università, Greta è in crisi perché non riesce a organizzare le tempistiche degli esami. Pensa di lasciare gli studi; perchè?

  1. potrebbe non averglielo insegnato nessuno;

  2.  forse, pensando di fare il meglio, potresti essertene occupato al posto suo, potresti averlo sostituito in questo compito.


Ti ci ritrovi, anche solo in parte?

Il fatto è che quando un bambino si abitua a vedere che l’adulto gli organizza il tempo, tende a sua volta a organizzare il tempo dell’adulto! Il risultato? Un bel pasticcio, perché portare a termine le varie incombenze della vita quotidiana – compresa anche, per esempio, la gestione del tempo individuale “di qualità” del genitore – diventa molto difficile.


Facciamo il punto della situazione, per capire con cosa abbiamo a che fare.

  • In una famiglia, il tempo individuale di mamma o papà è sempre molto, molto risicato, si sa, e i bisogni dei figli sono tanti.

  • Viviamo in un momento storico in cui la società offre stimoli quasi illimitati: ci sono tanti sport, tante attività educative, ricreative… ed è sempre un dispiacere per un genitore vedere che il figlio non vi partecipa.

  • È anche vero, però, che i ragazzi buttano via tanto, tanto tempo e molto spesso non sanno gestire le risorse (per esempio, quelle economiche). Quando parliamo di organizzare meglio il tempo, quindi, noi parliamo in realtà di organizzare meglio le risorse.

La sensazione che tutti noi abbiamo – che è un po’ tipica dell’essere umano – è che “di tempo ce n’è sempre tanto”, “il tempo è a nostra disposizione”, “il tempo è un grande alleato”. Sì, ma dipende da come lo usiamo e, soprattutto, se lo utilizziamo finalizzandolo, perché in realtà il tempo purtroppo viene sempre a diminuire, non aumenta.


Man mano che cresciamo, tutti indistintamente assistiamo a un calo del tempo, perché la vita scorre. E così è per i figli. Ovviamente, diventa difficile dire a un ragazzo: “Guarda che hai sempre meno tempo, perché non è proprio tanto come credevi”. Terribile, no? Non è proprio una visione ottimistica della vita futura.


Quel che è certo, però, è che dobbiamo stare attenti a non educare i nostri figli con dei falsi miti: “Di tempo ce n’è sempre, l’importante è l’impegno”.

Certo, è corretto, il tempo è a nostra disposizione.

Certo, è corretto, l’impegno è importante, ma anche imparare a scegliere bene le priorità è altrettanto importante.


Se tuo figlio (anche se è un po’ più grande, alle medie o adolescente) ha delle buone capacità di pensiero, prende bei voti, è molto vivace o è una persona con la quale è un piacere parlare… beh, che dire, sono tutte abilità importanti che vanno coltivate, e mi trovi d’accordo.

Allo stesso tempo, però, i ragazzi hanno bisogno di essere educati a sviluppare delle abilità di discernimento rispetto, per esempio, a quali sono le priorità. Su questo hanno bisogno di essere affiancati: non possiamo pensare che “ci arrivino da soli” soltanto perché sono diventati adolescenti – si sa che, a volte, il passaggio dalla preadolescenza all’adolescenza può essere molto, molto veloce.


“Mio figlio è alto, grande e grosso/ Mia figlia è alta, già sviluppata, quindi è in grado di pensare come me.”

No, no, no! Non è in grado di pensare come te, serviranno altri dieci o dodici anni perché cervello e carattere si formino completamente.


Che fare, quindi? Cerchiamo di capirlo.

  • Educa tuo figlio insegnandogli a chiarire quali sono le priorità nella vita.

  • Insegna a tuo figlio a dosare il tempo nel modo giusto, come si dosano gli ingredienti di una torta. Perché, quando si impara a dosare il tempo nel modo giusto, si impara a prevedere, per esempio, quanto tempo serve per fare una determinata attività.

  • Insegna a tuo figlio a osservare. Sai, per imparare a dosare il tempo è importante anche l’osservazione. Bambini e ragazzi, di solito, non sono dei grandi osservatori (non per mancanza di volontà, ma perché a volte è proprio colpa dell’età, del tipo di sviluppo del pensiero) e hanno bisogno di essere guidati.


Ti preoccuperesti vedendo tuo figlio che usa male il denaro? Immagino di sì.

Ecco, così è per il tempo: è una risorsa, ed è per questo che pazientemente – piano piano, passo passo – devi insegnargli a gestirlo in maniera corretta.

Commenti

Devi effettuare il login per poter commentare