Fame nervosa: le emozioni dettano la tua alimentazione?

Come riconoscere i segnali della fame nervosa

Ti capita di mangiare in eccesso, soprattutto in situazioni specifiche, ad esempio quando sei stanco, arrabbiato o solo?

La fame emotiva o nervosa colpisce molte persone e si sperimenta anche in assenza di disturbi dell'alimentazione, anche se in effetti rappresenta un fattore di rischio da non sottovalutare.

La fame emotiva è molto diffusa e soprattutto in fasi di stress o in periodi della vita sfidanti, è facile cadere nella tentazione di ricorrere al cibo per gestire e cercare di ridurre le emozioni spiacevoli. 


Si tratta di una strategia impiegata nella regolazione delle emozioni che, se ignorata a lungo, conduce ad un rapporto insoddisfacente con il cibo e il proprio corpo e predispone a problemi di salute per via dell’uso scorretto ed improprio che si fa del cibo, dell’eccessivo apporto calorico e delle sostanze dannose contenute all’interno degli snack presi tipicamente d'assalto durante questi episodi.


Il punto da cui partire assolutamente è la CONSAPEVOLEZZA, ovvero riconoscere i segnali caratteristici della fame nervosa, nel momento in cui insorge.



Come sapere se e quando sopraggiunge la fame nervosa?


In questo video ti illustro tre modi semplici e pratici per iniziare a prendere confidenza con questa tipologia di fame. Prima di iniziare ci tengo a dirti che conoscere questo aspetto di sé è un processo degno della tua curiosità, del tuo sincero interesse e non di giudizio. 





1. La fame nervosa si presenta all’improvviso, colpisce in maniera immediata e non segue un andamento graduale e crescente come nella fame biologica, in cui possono comparire dei primi segnali che poi si fanno più intensi nel momento in cui non vengono ascoltati. Nella fame emotiva il bisogno di mangiare è subito potente, dominante e dà un senso di urgenza,a cui sembra la cosa più naturale del mondo dover dare seguito con l’apertura della dispensa.


2. La fame nervosa si aggancia ai cibi trigger che sono molto specifici e solitamente appartenenti ad una categoria alimentare selezionata e delimitata. Mentre nel caso della fame il bisogno reale è quello di dare energia e soddisfare il corpo con l’apporto di nutrienti che gli consentano di svolgere tutte le sue funzioni, con la fame nervosa possiamo parlare di voglie. Di solito si brama il cibo spazzatura, come patatine, merendine, alimenti ricchi di sale e zuccheri che assolvono alla funzione di sedare l’emozione non riconosciuta , scaricare la tensione e distrarsi. Se ti riconosci in questo quadro e spesso hai voglia di certi alimenti in maniera molto selettiva, è probabile che non sia la fame biologica a guidarti.

3. La fame emotiva si trova nella mente perché parte da un desiderio, da un pensiero di dover mangiare, spesso non ha una corrispondenza e prescinde dall’area della pancia dove si trova lo stomaco. Mentre può succedere che dopo ore di digiuno lo stomaco borbotti e richieda di essere riempito, nel caso della fame nervosa non c’è una sintonizzazione con i segnali che afferiscono dall’apparato digerente o dal corpo nella sua totalità. Ci si ritrova immersi nella voglia mentale che poi spinge ad agire, completamente ignari dei messaggi del corpo che può essere sazio o pieno e non aver assolutamente bisogno di cibo o di quegli alimenti. Si tende a dare ascolto al desiderio mentale e proseguire con il comportamento alimentare anche a fronte di segnali molto contrastanti, come la sazietà. Semplicemente vengono ignorati e si dà spazio al senso di urgenza che porta a mangiare voracemente quantità eccessive come un intero pacco di patatine o biscotti senza prestare attenzione a quello che si sta facendo.


Questi sono tre modi per riconoscere la fame nervosa e distinguerla da quella fisiologica, che come abbiamo visto segue un iter diverso. 


Come far fronte ora a questa situazione? 


Il primo passo è inserire un intervallo temporale tra stimolo e risposta, che solitamente sono quasi simultanei. Nel momento in cui abbiamo una voglia urgente di cibo, offriamoci l’opportunità di osservare ciò che sta accadendo, come è fatta questa voglia, cosa ci sta comunicando. Sintonizziamoci con il corpo nel qui ed ora attraverso il respiro per esplorare lo stato generale della nostra dimensione fisica, se ci sono ad esempio dei segnali che arrivano dallo stomaco o da altre parti del corpo. Il semplice fermarci a osservare e sentire il corpo separa il desiderio dalla risposta immediata di ricerca del cibo a cui si è abituati. 


Dopo aver inserito un tempo prezioso che separa stimolo e risposta dedicato all’osservazione di quello che succede, si può sostituire la ricerca di cibo con un altro tipo di scelta che di solito fa stare bene. Ripensiamo a tutta quella serie di attività che ci regalano un senso di benessere, può essere anche un’azione molto semplice anzi è preferibile, e inseriamone una che sentiamo più adeguata a fornire una risposta più coerente all’emozione di quel momento. Ad esempio se ti senti triste puoi chiamare una persona piena di energia o dedicarti alla programmazione di un progetto che ti entusiasma, o se ti senti annoiato lasciati stimolare da una passione e da un interesse.


Cosa ne pensi? Utilizzerai almeno una strategia tra quelle consigliate?


Se vuoi risolvere definitivamente il problema della fame nervosa, dai un'occhiata al corso "MaNgia Consapevole", basato sul programma scientifico in nove settimane Mb-Eat (Mindfulness Based- Eating Awareness Training).





Commenti

Devi effettuare il login per poter commentare