Sintonizzati sul tuo pubblico

Hai già scelto l’argomento e lo scopo del tuo libro. Qual è una delle prime cose da fare adesso? È importante che identifichi il tuo target, il tuo pubblico, insomma.

Articolo di Erika Bonanni


A chi ti rivolgi?

Individuare un destinatario è fondamentale per impostare il linguaggio giusto nel tuo libro. 

Il “come” non è meno importante del “cosa”. Non perché il contenuto valga meno della forma, ma perché è attraverso la forma che il contenuto può raggiungere le persone in modo più efficace. 

Non si tratta di manipolazione ma di parlare la lingua giusta.

Se hai intenzione di scrivere una guida tecnica per i professionisti/e di un settore o un manuale universitario per dottorandi/e sai che i tuoi lettori/lettrici hanno già dimestichezza con un registro tecnico o forbito.

Se stai progettando un saggio divulgativo, è plausibile che tra i tuoi destinatari ci siano sia neofiti che appassionati e studiosi e sarà necessario rendere temi, concetti e strutture di pensiero più semplici e accessibili.

Se l’età, il genere, il livello di istruzione, la professione o altri parametri concorrono a individuare la tua nicchia, più o meno vasta, di lettori/lettrici, è bene che tu ne tenga conto prima di iniziare a scrivere.

UN ESEMPIO

Dal big bang ai buchi neri è il più celebre bestseller di Stephen Hawking: un perfetto esempio di testo scientifico divulgativo, ovvero scritto con lo scopo di diffondere argomenti e dottrine a un pubblico vasto, che potrebbe non avere tutti gli strumenti per comprendere i concetti più complessi dell’astrofisica, ma che tuttavia è interessato, curioso. Il linguaggio è “tarato” di conseguenza: punta alla semplificazione dei concetti e del lessico, i tecnicismi sono accuratamente dosati, le frasi mai troppo lunghe, l’esposizione è piana, schematica, corredata da esempi, sicuramente diversa da quella riservata ai testi a esclusivo uso degli addetti al settore. L’argomento è lo stesso, ma cambia la lingua: lessico, grammatica, struttura della frase, esposizione, tono generale dell’opera concorrono a plasmare un linguaggio capace di sintonizzarsi sul pubblico di destinazione.

LA CURA DEL LINGUAGGIO NEI GENERI NON-FICTION

Dunque, parlare la lingua giusta non è importante solo nella letteratura e nei romanzi ma anche nella non-fiction, termine che racchiude un ventaglio eterogeneo di generi: nei racconti autobiografici e nei libri di memorie è consentito, ad esempio, attingere alle modalità narrative della fiction, alle tecniche di storytelling, e sono raccomandabili un tono più informale e una cifra stilistica personale (leggi, in proposito, l’articolo di Simona sullo stile); diversamente, un saggio di divulgazione (scientifico, letterario, economico, artistico, storico, politico, sociale), un libro di crescita personale, un manuale universitario, un libro di cucina, un reportage, richiedono un registro specifico e un’impostazione più formale.

Per quanto un argomento possa essere complesso, la chiarezza espositiva e la cura del dettaglio devono essere il Nord nella bussola che orienta la tua scrittura. E non preoccuparti: ci penserà l’editor, alla fine, a verificare che il tuo linguaggio sia coerente dall’inizio alla fine.

UN ULTIMO SUGGERIMENTO: COMUNICARE

Comunicare viene dal latino communicare, con il significato di rendere comune, rendere partecipi. Comunicare significa raggiungere le persone.

Se il tuo scopo è trasmettere un messaggio utile a un certo pubblico, il linguaggio è il mezzo che hai per raggiungerlo, e deve essere chiaro, interessante, coinvolgente. 

Il successo delle lezioni di storia del professor Barbero non è dovuto solo alla sua straordinaria competenza, base di partenza imprescindibile, ma al coinvolgimento che suscita e alla passione che trasmette. 

Non perdere mai di vista le persone che sono all’altro capo del tuo messaggio.

E tu, quali parametri consideri per definire il tuo pubblico ideale? 

Faccelo sapere partecipando alla discussione nel nostro gruppo Facebook!


Erika Bonanni



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