Rimanere a galla nell’oceano della non fiction

Mini guida ai diversi generi

Articolo di Simona Martignetti

Il panorama editoriale si riempie ogni giorno di più di generi e sottogeneri, tanto che diventa sempre più difficile per te che stai scrivendo rimanere a galla in mezzo a questo oceano e definire con precisione in quale genere vuoi inserirti.

Oggi ti lancio il salvagente di cui hai bisogno: una mini guida per capire in che direzione far andare il tuo testo.

Prima di tutto: capiamo la differenza tra fiction e non fiction!

Ti sarà sicuramente capitato di leggere questi termini, che letteralmente significano “finzione” e “non finzione”.

Racchiudiamo sotto il termine fiction tutte quelle storie che sono romanzate, che non riportano fedelmente la realtà. Nel calderone inseriamo tutta la narrativa (romanzi rosa, gialli, thriller, storici, fiabe, fantasy…). Se scrivi di questo genere, non hai bisogno di essere particolarmente precisa/o e fedele alle vicende che stai raccontando.

Discorso completamente diverso è invece per la non fiction: racchiudiamo in questo genere tutte quelle storie che riportano fatti realmente accaduti, o hanno l’obiettivo di trasmettere insegnamenti e nozioni su vari argomenti. È un genere oggettivo, in cui non si può inventare (a meno di situazioni davvero particolari, ricordiamoci sempre che le etichette possono coesistere!).

In particolare oggi ci soffermiamo sulla non fiction, individuando i principali sottogeneri:

1.       Saggistica;

2.       Manualistica;

3.       (Auto)biografia;

4.       Memoir.

 

1.       Saggistica.

Il genere perfetto se vuoi fare informazione!

Il saggio è un trattato critico che ha come obiettivo l’analisi di un argomento specifico (di qualsiasi natura, letterario, scientifico, storico…) tramite una esposizione commentata di una teoria.

La tesi deve essere esposta e sostenuta tramite esempi autorevoli e oggettivi, non ci deve essere opinione personale.

Il saggio può essere di taglio più divulgativo, qualora si voglia parlare a un pubblico il più ampio possibile, o di taglio più tecnico, pensato appositamente per gli “addetti ai lavori” (per esempio, un saggio sull’impatto delle intelligenze artificiali nella nostra vita è divulgativo, mentre un saggio sugli algoritmi e gli strumenti necessari a sviluppare un software di intelligenza artificiale è un saggio tecnico).

 

2.       Manualistica.

Il genere perfetto se vuoi insegnare qualcosa!

Il manuale è un testo di facile consultazione che ha come obiettivo l’apprendimento di una disciplina o un mestiere tramite l’esposizione di informazioni e tecniche, al fine di impararla e metterla in pratica.

Il testo deve essere corredato di esempi concreti e può contenere esercizi per valutare il livello di apprendimento (utile soprattutto per manualistica didattica).

Può rivolgersi a principianti, se vengono esposte le nozioni base da cui partire per imparare una nuova disciplina/mestiere, o a un pubblico esperto, se le pratiche adottate rappresentano una modalità specifica di attività (per esempio, un manuale sul giardinaggio sarà per principianti; un manuale sulla cura esclusivamente dei gigli sarà per esperti).


3.       (Auto)biografia.

Il genere perfetto se vuoi raccontare la tua storia!

La biografia è un libro che ha come obiettivo la ricostruzione della vita di una persona. L’autobiografia si differenzia dalla biografia per il personaggio: nell’autobiografia, protagonista e scrittore coincidono.

Il testo deve seguire la cronologia degli eventi in modo lineare e può contenere giudizi personali.

Può essere più simile al saggio, se viene riportata la realtà esattamente come è accaduta, o più simile al romanzo, se gli avvenimenti narrati partono dalla realtà ma vengono rimaneggiati in funzione della storia.

 

4.       Memoir.

Il genere perfetto se vuoi condividere la tua esperienza!

Il memoir è un testo che ha come obiettivo il racconto dei ricordi dell’autore.

A differenza della biografia, il testo non deve seguire una cronologia degli eventi precisa, ma può procedere a frammenti, che rispecchiano il graduale riaffiorare dei ricordi.

Può riguardare l’intera esistenza dell’autore, oppure può essere dedicata a un particolare avvenimento della sua vita.

 

Specialmente con gli ultimi due sottogeneri devi avere ben chiaro quanto in profondità vuoi andare: decidere a monte se mantenere l’oggettività o lasciarsi andare alla soggettività semplificherà la scelta degli argomenti. Decidi quali e quanti aneddoti inserire, quanto della tua “vita privata” che esula dall’argomento che stai trattando vuoi far conoscere ai tuoi lettori.

Ricordati che l’empatia non si ottiene solo mettendosi a nudo!

E tu, in quale sottogenere inserirai il tuo testo?

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